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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2011 alle ore 14:55.

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Imprese leader mondiali di segmenti hi-tech ce ne sono diverse: nell'indotto dell'auto, nei distretti del cooling and heating in Veneto e nelle Marche, nella meccatronica in Emilia Romagna. «È un maxi-comparto, questo dell'energia e dell'ambiente con i loro indotti, che conta tre milioni di addetti e che può ancora crescere – afferma Tronchetti Provera –. Come? Con le tecnologie per il risparmio energetico, che rappresentano il business più grande e ancora inesplorato dell'energia. Un segmento nel quale l'Italia sta costruendo una grande filiera, perché è abituata a ragionare in termini di scarsità di fonti e di alti costi dell'energia e ciò ha stimolato la creatività dei ricercatori per trovare soluzioni».

Ed è quello che l'Italia sta facendo: capitalizzare il know-how, spingere sulla ricerca e sui brevetti non ancora copiati dai cinesi, usare al meglio le normative favorevoli che pur esistono. Questo Rapporto Energia del Sole 24 Ore lo documenta, attestando quanto il comparto sia strategico per il paese e quanto sia necessario scioglierne i lacci e lacciuoli che lo frenano. S'intende, nel rispetto dell'ambiente, delle severe normative vigenti e attraverso il metodo del dialogo costante con le comunità locali (in un'ottica di multistakeholder engagement, vale a dire con il coinvolgimento dei "portatori di interesse" su ogni opera, strategia ancora poco battuta, questa, dalle imprese).

Che fare per sostenere questa spinta innovativa? Tenere la barra dritta sulla compliance normativa e dare regole certe da non mutare nel medio periodo. Dopo i referendum, il governo ha annunciato il varo di una nuova strategia energetica nazionale, «al fine di garantire la sicurezza e ridurne il costo per le famiglie e le imprese», recita un'informativa al Senato del presidente del consiglio, Silvio Berlusconi. Poi occorre mettere mano ai decreti attuativi del Dlgs 28/2011, che introduce importanti novità in materia di incentivazione delle rinnovabili. Il mercato chiede l'annunciato sostegno al solare termico e il nuovo regime che va a sostituire il sistema dei certificati verdi, in pensionamento, fondamentale per lo sviluppo dell'eolico in particolare. Importante anche un piano globale a sostegno della mobilità sostenibile e dell'efficienza energetica (intervento, questo, chiesto a gran voce dalla federazione confindustriale Anima). In prospettiva, anche la smart grid, la rete elettrica intelligente su cui Enel è leader mondiale, merita un posto d'onore nelle strategie nazionali.

Ma soprattutto, bisogna mettere mano alla bolletta, per ridurre lo scandaloso costo extra del 30% rispetto al resto d'Europa pagato dalle nostre piccole e medie imprese. A Roma in questi giorni c'è un gran via vai di incontri non ufficiali, su questi temi. E per settembre sarà convocata una conferenza nazionale dell'energia, promessa dal ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani e dal sottosegretario Stefano Saglia. È tempo di scelte, per un comparto che pesa tanto sull'economia del paese.

LA PAROLA CHIAVE
Carbone pulito

Le Cct (clean coal technologies) sono le moderne tecnologie degli impianti di generazione elettrica e di combustione in genere, per l'utilizzo del carbone efficiente e compatibile con l'ambiente. Quattro fasi o categorie: 1) pre-combustione, per "pulire" il carbone prima del suo utilizzo, in modo da ridurre i promotori di inquinanti e di sottoprodotti, zolfo e ceneri in particolare; 2) combustione, per "pulire" il carbone durante il suo utilizzo limitando la formazione di prodotti inquinanti nella combustione, in particolare ossidi di zolfo e di azoto (ad esempio: combustione in letto fluidizzato); 3) post-combustione, a valle della combustione, per rimuovere gli inquinanti presenti nei prodotti della combustione: particolato, ossidi di zolfo e di azoto (diffusamente applicate negli impianti a combustione convenzionale); 4) conversione, volte alla trasfprmazione del carbone in altri prodotti energetici gassosi e liquidi "puliti" e di più facile utilizzo.

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