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Questo articolo è stato pubblicato il 16 dicembre 2011 alle ore 22:15.
L'ultima modifica è del 16 dicembre 2011 alle ore 11:29.
Ore 16,17. Rehn: apprezzo il ruolo responsabile del Parlamento
«Accolgo con favore il voto» della Camera sul decreto salva-Italia, «voglio esprimere il mio apprezzamento per il ruolo responsabile del Parlamento». A dirlo è stato il commissario europeo agli Affari economici e monetari Olli Rehn, in un incontro con i giornalisti italiani.
Ore 15,59. Berlusconi: il Pdl non è diviso
«No assolutamente» il Pdl non è diviso. Silvio Berlusconi, lasciando Montecitorio dopo la fiducia sulla manovra, nega che il voto contrario espresso da alcuni deputati del partito di via dell'Umiltà sia dovuto a divisioni interne. Il Cavaliere spiega che alcuni deputati hanno chiesto di dare una voto di astensione o di poter votare no e il Pdll ha consentito che accadesse visto che non c'era alcun pericolo per la maggioranza.
Ore 15,59. Bersani: solo con il rigore si va contro un muro
«Abbiamo fatto una manovra molto pesante. Non intendiamo rincorrere manovra su manovra perchè facendo così si va contro un muro». Pier Luigi Bersani avverte così il governo sostenendo che al rigore è necessario unire la crescita.
Ore 15,40. Morelli (Confindustria): intollerabili i veti su liberalizzazioni e costi della politica
«Sono intollerabili i veti sulle liberalizzazioni e sui tagli alla spesa pubblica improduttiva. È necessario che il Governo approvi al più presto misure per la concorrenza e per tagliare i costi della politica». Il oommento arriva dal presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Jacopo Morelli, in occasione del Consiglio Nazionale del Movimento che is è riunito oggi a Roma. «Non possiamo più permetterci deroghe a tutela di rendite e interessi particolari. Le eccezioni sugli enti inutili, i vitalizi, i grandi manager pubblici e le corporazioni non sono né efficienti né sostenibili. Solo tornando a crescere potremo ripagare gli sforzi di oggi con maggiore occupazione, servizi più efficienti e un sistema previdenziale equilibrato. Per questo eventuali aumenti dell'Iva non devono servire a far cassa ma devono essere destinati a ridurre il cuneo fiscale, per innalzare i salari e rafforzare la domanda interna».
Ore 14,15. Quattro astenuti e 26 assenti nel Pdl
Sono stati 42 i deputati che, a vario titolo, non hanno partecipato al voto per la fiducia chiesta dal governo Monti alla Camera sulla manovra. A favore dell'esecutivo hanno votato Pdl, Pd e Terzo polo. Contro Lega e
Idv più i tre deputati delle minoranze linguistiche Sigfried Brugger, Roberto Nicco e Karl Zeller, e i membri della componente Grande Sud Elio Belcastro, Arturo Iannaccone e Americo Porfidia. Tre i dissidenti rispetto alla linea dei propri partiti: Alessandra Mussolini e Giorgio Stracquadanio del Pdl, che hanno votato no, e Renato Cambursano dell'Idv che ha votato sì. Quattro deputati del Pdl poi si sono astenuti: Deborah Bergamini, Giulio Marini, Giuseppe Moles e Giuseppina Castiello. Le assenze più numerose sono state nel gruppo del Pdl, con 26 parlamentari che non erano in Aula, di cui 3 in missione. Fra i deputati del Popolo della libertà, che non hanno partecipato al voto di fiducia, diversi ex ministri come Paolo Romani, Michela Brambilla e Giulio Tremonti, quest'ultimo bloccato da alcune settimane per una frattura alla gamba. Non c'erano neppure Guido Crosetto, che aveva manifestato le sue perplessità sulla manovra, Stefano Saglia. Assenti anche Viviana Beccalossi, Isabella Bertolini, Pietro Lunardi, Antonio Martino e Maria Rosaria Rossi. In missione invece, tra gli altri, Edmondo Cirielli. In Popolo e territorio, assenti Domenico Scilipoti e Mariagrazia Siliquini. Tra le altre forze politiche, tre i deputati assenti di Fli, tre del Pd (di cui uno in missione) e due dell'Udc (uno in missione). Presenti nell'opposizione al 100 per cento i gruppi della Lega Nord e dell'Idv anche se dall'Italia dei Valori Cambursano ha votato in dissenso.
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