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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2013 alle ore 16:36.
«La mafia impedirà con ogni mezzo la nostra vittoria mentre sosterrà i candidati Pdl». Non usa giri di parole l'ex pm e leader di "Rivoluzione civile", Antonino Ingroia, intervenuto alla trasmissione Klauscondicio, per commentare lil confronto interno al Pdl impegnato in queste ore a completare le liste per le prossime Politiche. «Basta sentire certi nomi di possibili candidature di colletti bianchi che sono stati imputati o addirittura condannati con la mafia o la camorra. Più segnale di questo mi pare che non ce ne siano», ha sottolineato Ingroia: «Noi abbiamo capolista il giudice antimafia con la più lunga esperienza negli ultimi 20 anni. Se si candidano dei condannati o addirittura dei condannati di mafia il segnale é abbastanza inequivocabile».
Ingroia spara a zero anche sull'atteggiamento della Chiesa nei confronti della criminalità organizzata: «C'è stata una certa "gentilezza" nei confronti della mafia da parte delle alte gerarchie ecclesiastiche e i tanti preti coraggio disseminati per il paese hanno avuto difficoltà a fare carriera e ad entrare nelle alte sfere della Chiesa». Alla domanda su cosa consiglierebbe al Pontefice, Ingroia risponde: «Sarebbe meglio dirgli di leggersi cosa diceva Papa Wojtyla a proposito della mafia. Non sono in grado di fare un processo alle intenzioni, ma dal punto di vista etico e politico, si tratta sicuramente di un fatto estremamente negativo, ed è la dimostrazione di quanto la lotta alla mafia sia ormai scivolata fuori dall'attenzione generale».
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