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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2013 alle ore 16:58.
L'ultima modifica è del 20 gennaio 2013 alle ore 12:58.

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«Sul lavoro, vogliamo andare più avanti di quanto una strana e a volte responsabile maggioranza, non la voglio disprezzare, abbia consentito di fare l'anno scorso». Soprattutto per via di un «blocco socio-sindacale prevalentemente di sinistra». Lo stesso, «con ostacoli che in questo caso sono venuti prevalentemente da destra, anche per ragioni storiche e personali che conosciamo, vogliamo fare nel campo della giustizia, della trasparenza, della lotta alla corruzione».

Mercato del lavoro, niente di deciso: «Siamo un cantiere aperto»
Questo uno dei passaggi in cui il premier uscente, Mario Monti, ha delineato oggi gli obiettivi della nuova coalizione centrista da lui guidata, prendendo la parola alla presentazione dei candidati di Lista Civica presso il parco scientifico tecnologico Kilometro Rosso, a Bergamo. Al suo discorso è subito seguita una conferenza stampa, in cui lo stesso Monti ha voluto frenare sull'idea di un ripensamento dei centristi sulla riforma del lavoro Fornero. Per ora, ha tenuto a precisare, «non c'è nessun orientamento deciso, siamo in un cantiere aperto». Sul tema mercato del lavoro stanno riflettendo «diverse persone molto esperte», che hanno «angolature diverse e complementari».

Io alla guida dei moderati? «Occorre federare i riformatori!»
In apertura del suo intervento, Monti aveva spiegato il suo no alla richiesta di Berlusconi di guidare i moderati: «Non si tratta di federare i moderati, l'Italia non ha bisogno di moderazione o di mezze misure, ha bisogno di riforme radicali per coloro che sono al di fuori dei fortini protetti delle corporazioni, per i giovani. Occorre federare i riformatori e i riformisti».

«Non prendetemi per un politico», ma «mi è venuta la passione»
Quando è salito sul palco della kermesse Monti è stato accolto da un lungo applauso. Tanti anche in piedi. E lui ha sfoggiato la sua ironia. «Non vorrei - ha detto - che mi aveste preso per un politico. Oggi abbiamo parlato di speranza e di una cosa che sarebbe un po' assente in noi, la passione. Vi assicuro che a me è venuta la passione».

Costi della politica, servono facce nuove per cambiare le cose
Uno dei temi centrali del discorso è stato quello dei costi della politica, cosa, ha spiegato il Professore, «Non amo di sventolare come un panno rosso per aizzare gli istinti di deresponsabilizzazione della società». anche se «Ci sono costi e mancanze di efficienza dell'apparato pubblico che abbiamo appena cominciato ad intaccare», pur dovendo fare i conti con un Parlamento dove «si annidano resistenze che rendono difficilissimo andare avanti». Per questo, ha spiegato, «Vogliamo che nel Parlamento ci sia un afflusso di nuove persone e nuova cultura che favorisca un'evoluzione e non faccia resistenza».

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