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Questo articolo è stato pubblicato il 05 febbraio 2013 alle ore 15:17.

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Bersani apre a Monti in vista di un'alleanza dopo le elezioni. «Noi siamo prontissimi a collaborare con tutte le forze contro il leghismo, contro il berlusconismo, contro il populismo. E quindi certamente anche con il professor Monti». Lo ha sottolineato il leader del Pd Pierluigi Bersani, oggi a Berlino.

Dialogo con i moderati, ma non a tutti i costi
Bersani torna sul tema anche nel corso di una conferenza stmapa, in cui chiarisce come il Pd sia pronto al dialogo con i moderati, ma non a tutti i costi: «Da tempo dico una cosa molto semplice: l'Italia ha il diritto di avere qualcuno che ha il 51% in Parlamento, se l'avremo noi l'useremo come fosse il 49% perché l'Italia ha dei problemi molto seri rivolgendoci a tutte le forze che non sono l'eredità del leghismo e del berlusconismo. Questa é la nostra intenzione che implicitamente contiene la disponibilità a discutere con forze moderate, centrali, con Monti. Per fare cosa? Le riforme, il governo? Si vedrà...». Certo, ha concluso, «ho visto delle cose sul mercato del lavoro e sulle unioni civili che non mi piacciono. Non faccio le alleanze a tutti i prezzi».

Fratoianni (Sel) Se Bersani vuole Monti vada con Monti»
A stretto giro, l'apertura di Bersani provoca l'altolà degli alleati vendoliani di "Sinistra ecologia e libertà": «Se Bersani vuole l'alleanza con Monti, vada con Monti», commenta Nicola Fratoianni, esponente di Sel vicino al leader del movimento, Nichi Vendola. E aggiunge: «Noi non voteremo mai quell'alleanza, a costo di rompere con il Pd».

Il leader Pd: Berlusconi su Mussolini chiama nostalgici
Bersani ha poi commentato la frase pronunciata da Berlusconi a Milano in occasione del Giorno della memoria («Mussolini fece anche cose buone», aveva detto il Cavaliere). «Silvio Berlusconi quella frase, che poi ha corretto, l'ha detta per un richiamo a un pezzetto di elettorato che la pensa così - ha osservato Bersani -. Non credo che abbia guadagnato il giorno dopo nei sondaggi. L'Italia - ha ricordato il segretario del Pd - è antifascista, intendiamo. Non manca una percentuale di persone che sono magari nostalgiche. La destra c'è, è preoccupante, ma ci sono forze in grado di evitare ce questa destra prenda in mano il comando».

Parlamenti di Italia e Germania discutano assieme di Europa
Bersani ha anche parlato di Europa. La Germania, ha osservato, è "riluttante" ad assumere la leadership politica. «La Germania - ha detto - può portare nell'Unione politica federale di domani la forza del proprio successo economico ma anche quella del proprio modello sociale e istituzionale. E invece ci sembra di vedere una certa riluttanza ad assumere un ruolo di leadership politica». In un discorso sul futuro dell'Europa pronunciato alla Società tedesca per la politica europea (Dgap), il segretario del Pd ha ricordato che «sul piano dell'orizzonte ideale abbiamo indicato con semplicità l'obiettivo degli Stati Uniti d'Europa», ma «non immaginiamo il super Stato europeo paventato strumentalmente in alcuni Paesi e agitato dai populismi nazionalisti». «Vedrei volentieri - ha poi aggiunto - se, ad esempio, il Parlamento italiano e quello tedesco convocassero un'assise congiunta sul futuro dell'Europa, aprissero una discussione politica».

Il segretario: la Germania ha fatto compiti a casa
«So bene - ha riconosciuto Bersani - che la Germania i compiti a casa li ha fatti, ma deve riconoscere che l'euro le ha dato un vantaggio enorme nell'assetto dell'economia reale, avendo fatto i suoi compiti. Adesso però bisogna mettere in equilibrio quest'Europa: bisogna avere una visione più strategica dell'Europa, se no può scoppiarci nelle mani il progetto europeo».

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