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Questo articolo è stato pubblicato il 14 febbraio 2013 alle ore 13:00.

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«Piazza San Giovanni non è nostra. Ma anche noi andiamo in piazza, sotto l'acqua come l'eroico Grillo. Ieri ero a Priolo, pioveva, ma evidentemente questo fa meno notizia». Di prima mattina, a Omnibus, Pier Luigi Bersani si mostra più che irritato dal can can mediatico sulle piazze riempite dal comico genovese. Il Pd è da giorni nelle principali piazze italiane, ricorda. Ma ora che piazza San Giovanni è prenotata dal Movimento 5 Stelle per la chiusura della campagna elettorale venerdì 22 febbraio (sabato c'è la giornata di "riflessione" prevista dalla legge in cui è vietato fare campagna elettorale), dove chiuderà la sua campagna il Pd? È vero che la chiusura non sarà Roma? «Vedremo», dice Bersani.

Chiusura a Napoli, Bersani evita Roma
In realtà la decisione è già stata presa: il leader del Pd concentrerà gli ultimi comizi-eventi della sua campagna nelle regioni più a rischio, quelle che saranno determinanti per il raggiungimento della maggioranza in Senato: Lombardia, Sicilia e Campania. Quindi domenica 17 grande kermesse a Milano con il candidato alla presidenza della Regione Umberto Ambrosoli, mercoledì 20 (come anticipato dal Sole 24 Ore) comizio in tandem con Matteo Renzi a Palermo, giovedì 21 chiusura del tour a Napoli. Questa volta le grandi piazze di Roma saranno evitate. E venerdì 22, mentre Grillo si esibirà nell'ex piazza "rossa" di San Giovanni dove spera di portare un milione di persone, Bersani eviterà del tutto i bagni di folla per concentrarsi sugli ultimi appelli radiofonici e televisivi. Non solo meglio evitare la popolare piazza romana di San Giovanni Bosco, nel quartiere periferico del Tuscolano, ma meglio evitare qualsiasi piazza italiana per non dare adito all'inevitabile rimbombo mediatico del paragone tra le folle.

Il possibile effetto anti-Berlusconi di Grillo
La nuova croce di Bersani, dopo la discesa in campo di Mario Monti e la pur prevedibile e prevista rimonta del Cavaliere, ha dunque il volto di Beppe Grillo. Eppure nel Pd sperano nell'effetto spiazzante del voto grillino. I sondaggisti sono concordi sul fatto che nel rush finale il Movimento 5 Stelle sta pescando soprattutto nel bacino degli elettori delusi del centrosinistra e rosicchia solo qualcosa allo "zoccolo duro" del Pd. E, cosa ancora più importante per Bersani, Grillo sembra andare molto bene proprio nelle due regioni che decideranno le sorti del Senato: Sicilia e Lombardia. Ma a Largo del Nazareno ci vanno con i piedi più che di piombo. «I sondaggi danno una tendenza nazionale ma gli ultimi che abbiamo a disposizione confermano la volatilità delle rilevazioni sul territorio», dice un dirigente vicino al segretario.

Il fallimento dell'operazione-Vendola
Grillo da una parte, la lista arancione di Antonio Ingroia dall'altra. Una presenza, quella di rivoluzione civica, che testimonia in qualche modo il fallimento dell'operazione Nichi Vendola fatta dal Pd. La volontà testarda di Bersani di coinvolgere il popolare governatore della Puglia nella coalizione di centrosinistra anche contro il parere di molti dirigenti del Pd (inizialmente contrario, per dirne solo uno, il vicesegretario Enrico Letta) era dovuta alla giusta intuizione di non lasciare nemici a sinistra. Ma quel vuoto è stato riempito dall'inedito partito arancione, e a nulla sono valsi i tentativi democratici di accordo o desistenza con l'ex pm. I nemici a sinistra ci sono eccome, e potrebbero essere determinanti per l'assegnazione del premio di maggioranza in Campania, Sicilia e Lombardia. Da qui, anche, il fastidio con cui Bersani negli ultimi giorni cerca di ridimensionare il "caso Vendola" tirato continuamente in ballo dal competitor Monti. «Ma con tutti i problemi che abbiamo può mai essere un problema Vendola con il suo partito al 3%...», ripete il leader del Pd nei suoi colloqui. La verità è che con le pattuglie grilline e ingroiane pronte all'attacco in Parlamento, a Vendola non resta alternativa alla scelta della governabilità. E per ora, a Bersani, non resta che insistere sul tasto del voto utile.

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