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Questo articolo è stato pubblicato il 14 febbraio 2013 alle ore 11:22.

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La grandinata di inchieste giudiziarie che si è abbattuta sulla campagna elettorale avrà un impatto sul voto? E se sì quale? Tra i sondaggisti non c'è unanimità di vedute. Ma per la maggior parte di essi arresti, rinvii a giudizio e condanne degli ultimi giorni peseranno soprattutto su quel 30% di indecisi che sceglierà solo nell'ultima settimana.

È esattamente questa la tesi di Renato Mannheimer. «Sicuramente – dice il presidente dell'Ispo – le inchieste della magistratura hanno un effetto psicologico sull'elettorato o su una parte di esso, effetto che si sedimenta poco a poco ma che non è facilmente misurabile». «In particolare - chiarisce ancora Mannheimer – eventi di questo genere tendono a indirizzare gli indecisi. Indecisi che sono a quota 30-35% a seconda del sondaggio preso in considerazione. Ipotizzando che il 20% di questa fascia di elettorato si astenga, come è accaduto nel 2008, rimane un 10-15% di elettori influenzabili che significa 5-8 milioni di persone. Alle ultime politiche più del 20% ha deciso chi votare nell'ultima settimana. Ecco, queste sono le persone su cui le inchieste possono fare breccia».

Anche per la Ipsos di Nando Pagnoncelli se un effetto ci sarà «sarà quello di spostare una parte degli elettori incerti». «Quello che potrebbe succedere – entra più nel dettaglio il direttore del dipartimento politico di Ipsos Luca Comodo – è uno spostamento di alcuni indecisi verso le posizioni di Grillo». Comodo inoltre non esclude un impatto specifico sulla Lombardia, regione chiave per il Senato e tuttora in bilico. «La consistenza di questo impatto è però difficile da quantificare» precisa il ricercatore di Ipsos.

Più "prudente" il presidente di Ipr Marketing Antonio Noto secondo il quale «le vicende giudiziarie non influenzano subito gli elettori ma si sedimentano e alla fine possono avere un impatto sugli indecisi». Di una cosa Noto è certo: «Non si decide per un'inchiesta giudiziaria se votare o non votare questo o quel partito. Le inchieste hanno un peso marginale sul voto e non saranno né l'unico elemento a contare né quello più determinante». Insomma l'inchiesta su Mps, piuttosto che quella su Finmeccanica, non incidono sulla campagna elettorale come le promesse sul rimborso dell'Imu o sul taglio dell'Irpef. «Ma neanche queste promesse – dice Noto – imprimono da sole una netta inversione di tendenza nei sondaggi. Il Pdl, ad esempio, è cresciuto in modo costante durante la campagna elettorale per una strategia complessiva e lunga messa in atto da Berlusconi».

Quanto ad Alessandra Ghisleri di Euromedia, sondaggista spesso consultata dal leader Pdl, «è possibile che le inchieste favoriscano i movimenti alternativi ai partiti come il Movimento 5 stelle di Grillo e Fare per fermare il declino di Oscar Giannino, ma per avere degli effettui concreti gli scandali giudiziari devono essere facilmente riconducibili a specifiche facce, cosa che non sempre sta avvenendo». Nicola Piepoli, invece, prende le distanze da tutti i suoi colleghi: «La gente è distratta dal Papa e da San Remo: le inchieste non avranno alcun impatto sul voto».

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