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Questo articolo è stato pubblicato il 24 febbraio 2013 alle ore 08:15.
I dati sulla affluenza alle urne alle 22.00 di ieri sono preoccupanti. Ha votato solo il 55,2% degli elettori rispetto al 62, 6 % di cinque anni fa alla stessa ora. Un calo di 7,4 punti percentuali è notevole. Occorre però essere prudenti a trarre conclusioni affrettate da questo dato. Nella giornata odierna il quadro potrebbe cambiare anche nettamente.
Ma è difficile che alle 15 di oggi l'affluenza definitiva si attesti sui livelli di cinque anni fa. Nel 2008, senza tener conto della circoscrizione estero, hanno votato l'80,5 % degli elettori . Anche allora si registrò un forte calo rispetto alle elezioni di due anni prima, quando si erano recati alle urne l' 83,6 per cento. Questa volta il calo potrebbe essere ben superiore ai 3,1 punti di allora , anche se – si spera- inferiore ai 7,4 punti registrati ieri sera. In ogni caso la previsione più attendibile è che l'astensionismo a livello di elezioni politiche toccherà questa volta il suo livello più alto dal dopoguerra. Potrebbe arrivare al 25 per cento. Non è una sorpresa perché è un trend che va avanti sistematicamente a partire dal 1979. Potrebbe essere una sorpresa la sua entità. Il maltempo è certamente una delle ragioni ma non la sola.
Lo si vedrà quando si avranno a disposizione i dati definitivi. Per ora limitiamoci ad osservare che il calo della partecipazione non è uniforme su tutto il territorio nazionale. È sopra la media nelle regioni meridionali dove si sono registrate in alcuni casi diminuzioni di oltre 10 punti (Calabria e Sicilia). È invece molto meno accentuato nelle regioni della ex zona rossa (Emilia e Toscana per esempio) dove i punti persi sono tra 5 e 6. Nelle regioni del Nord il quadro è molto differenziato. Si è votato molto poco in Lombardia , di più in Veneto.
Qui le condizioni atmosferiche hanno senza dubbio giocato un ruolo importante. Volendo estrapolare da questi dati una indicazione sui risultati elettorali si potrebbe dire che la coalizione di centrosinistra dovrebbe essere avvantaggiata da un aumento dell'astensionismo (a parte il Veneto) che sembra più concentrato nelle zone dove il centrodestra tradizionalmente è più forte. Tra poche ore si saprà se questa previsione su una forte smobilitazione dell'elettorato del centrodestra è corretta.
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