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Questo articolo è stato pubblicato il 08 marzo 2013 alle ore 14:03.

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Obiettivo: Rai indipendente dai partiti. La Rai ai cittadini?
Non è facile, insomma, fare uno spezzatino di un'azienda come la Rai. Perchè, piuttosto, non cercare di rompere il cordono ombelicale con la politica? Su questo il programma di 5Stelle si limita a dire che la rete pubblica dev'essere indipendente dai partiti. C'è una proposta di legge, quella conosciuta come "La Rai ai cittadini", presentata da Tana de Zulueta e Roberto Zaccarie e sostenuta da Move On, che si propone, appunto, di abolire la nomina dei vertici Rai e dei consiglieri Agcom da parte dei partiti, quale condizione preliminare per avere un assetto televisivo concorrenziale.

Se e quando, in una legislatura futura, si andrà avanti con la vendita di due canali televisivi pubblici al mercato, con tetto del 10% (che potrebbe anche permettere di controllare la rete con un azionariato diffuso) allora andranno poste, tre le altre, alcune domande:

Ma dove vanno i dipendenti Rai...
1) La Rai ha quasi 12mila dipendenti. Dove vanno? Dove si collocano? Li assumono i privati: con quali contratti? I Centri di produzione di Roma, Milano, Torino e Napoli che fine fanno? Lavorano per tutto il mercato? A che prezzi? Certo tra i dipendenti Rai ci sono molti lottizzati, assunti e messì lì dai partiti, ma ci sono anche professionalità che combattono da anni per mantenere la propria autonomia.

E la produzione di fiction e cinema?
2) La Rai ha trasmesso nel 2012 quasi 900 ore di fiction di produzione sulle tre reti. Le reti ad azionariato diffuso avranno le risorse per fare altrettanto? Non sarebbe più utile imporre, per legge, il ritorno dei diritti di sfruttamento ai produttori dopo un certo numero di passaggi nel tempo, come avviene per il servizio pubblico francese? Ed estendere gli incentivi fiscali del cinema - che scadono a fine anno - Ue permettendo, anche alla produzione audiovisiva (fiction, documentario, animazione)?

3) L'impegno della Rai per il cinema italiano chi lo sostiene? La rete pubblica informativa e culturale? E quest'ultima chi la finanzia? Il canone, così com'è oggi, evasione inclusa, o lo Stato con suoi trasferimenti, come avviene in alcuni paesi europei?

Cosa accade alla rete di trasmissione?
4) Cosa succede alla rete di trasmissione della Rai? Viene statalizzata come il Movimento5Stelle propone per la dorsale telefonica, per fornire gli stessi servizi a tutti gli operatori? I quali, però, hanno tutti la loro rete di trasmissione. Bisognerebbe rispolverare l'idea, forte, dell'operatore di rete unico, come esiste in gran parte dei paesi europei, che è separato proprietariamente dagli editori. Ma chi indennizza questi ultimi della proprie reti?

5) L'azionariato diffuso come si attua sulle piattaforme diverse dalle frequenze terrestri? Ha senso il 10% come proprietà massima pere centinaia di canali satellitari? O il nodo sta nelle tecnologie proprietarie di accesso, che però hanno sdradicato le carte pirata?

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