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Questo articolo è stato pubblicato il 28 gennaio 2013 alle ore 11:20.
L'ultima modifica è del 28 gennaio 2013 alle ore 09:48.

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Sul capitolo corruzione: irrobustire le difese
E ancora, è indispensabile «irrobustire l'apparato contro la corruzione: ci vogliono un peso e una misura che siano abbastanza pesanti contro certi comportamenti» ha detto il presidente del Consiglio uscente.

Lo scandalo Mps? Non rispondo, preferisco non essere sbanato
Quanto alla vicenda Mps può significare che Pier Luigi Bersani ha più rapporti coi poteri forti di quanti ne abbia Mario Monti? Alla domanda di Antonio Padellaro il premier uscente risponde citando le parole del segretario del Pd: «Se rispondessi alla sua domanda rischieremmo di essere sbranati in due. Oggi invece é il suo turno», dice Monti a Padellaro. Poi arriva una seconda domanda: è pentito di aver candidato Alfredo Monaci, ex consigliere del Monte dei Paschi di Siena? «No, non vedo ragioni», risponde il candidato di Scelta Civica.

Aiuti di Stato ai depositanti, non ai banchieri
«Posso solo dire - ha affermato Monti - che gli aiuti alle banche che l'Italia ha finora dato», in maniera peraltro limitata rispetto ad altri Paesi, «non sono aiuti ai banchieri e men che meno ai banchieri responsabili dei dissesti, sono aiuti che lo Stato dà essenzialmente per tutelare i depositanti delle banche».

I partiti hanno detto no a supporto logistico in Mali
«Ho chiesto ai segretari dei tre partiti della maggioranza uscente di pronunciarsi su questo tema - ha ricordato il professore - e non è venuto un appoggio che consenta di confidare in una delibera del Parlamento come è necessario che sia. Ci hanno detto o di no» o hanno espresso una posizione «di grande cautela» sull'ipotesi di dare supporto logistico alla Francia in Mali.

Le contestazioni in Emilia
Quanto alle contestazioni dei terremotati dell'Emilia che lo hanno accolto a suon di fischi lamentando una sua presenza sul territorio solo in vista delle elezioni dice che «i fischi e le contestazioni fanno notizia, ma quelli che ho ricevuto sono stati meno di quelli che mi aspettavo».

Un disegno di legge per tagliare il numero dei parlamentari
Poi, «se fossi ancora presidente del Consiglio, proporrei un disegno di legge costituzionale per la riduzione del numero dei parlamentari, per la revisione del titolo V» precisa Monti. «La sanità la lascerei alle regioni, forse sì, con una base di regole un po' diverse. Riproporrei poi l'azzeramento o una drastica semplificazione della mappa delle province e spero che a nessuno venga in mente di riproporre la vecchia geografia giudiziaria. Infine, una riforma della legge elettorale. Si tratta di operazioni da fare all'inizio di una legislatura».

I nuovi rischi dei mercati
Parlando di economia l'Italia ha dinanzi a se' l'ipotesi di nuovi rischi sui mercati? «Dipende da quello che facciamo a seguito delle elezioni», e «non voglio terrorizzare, ma dire che se pensassimo di andare per una nostra strada in Europa lo pagheremmo presto», ha spiegato.

«Criminalizzare i sindacati sarebbe criminale»
Poi risponde a Massimo D'Alema che aveva contestato a Monti i commenti sulla Cgil: «Caro Massimo, caro presidente D'Alema, mi offendo un po': voi che siete vecchi, nel senso nobile di senior, di consumati politici, mi insegnate che criminalizzare i sindacati sarebbe esso stesso criminale. Sono convinto che il sindacato ha avuto, ha e avrà un ruolo determinante in Italia». E inoltre: «D'Alema ha seguito troppo da vicino il lavoro del governo, insieme al Pd, per ignorare quanto è stato fatto contro le rendite corporative e contro l'evasione fiscale», ha concluso Monti.

Quei renziani «a disagio, un po' accantonati»
Mario Monti osserva i "riformisti" renziani del Pd. Segnala quello che a suo giudizio è il loro "disagio" visto che «sono stati un po' accantonati» dopo la sconfitta nelle primarie del sindaco di Firenze. Negli ultimi mesi, osserva Monti, «abbiamo visto il Pdl riprendere le antiche praterie con la Lega, il Pd serrare i ranghi con Sel e abbiamo visto il grande disagio dei riformisti di Renzi, un pochino accantonati dopo la sconfitta del loro capo alle primarie». Il candidato premier di Scelta Civica ha comunque riconosciuto il valore delle primarie, definendole un «grande e bell'esercizio di democrazia del Pd» e una «prova di coraggio di Bersani».

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