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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2013 alle ore 07:37.

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Scola: Milano cerca un nuovo alfabeto

Ogni mattina, alzando gli occhi sul nostro Duomo, non posso evitare il contraccolpo della sua imponente bellezza.
Una casa immensa e solida, "la dimora di Dio con gli uomini", per usare l'intensa immagine con cui il libro dell'Apocalisse nomina la Chiesa (cf. Ap 21,3), costruita lungo i secoli grazie all'apporto di artisti e di signori, di uomini geniali e potenti, ma anche - e soprattutto - al lavoro e ai sacrifici di una folla di gente umile e oscura.

Uomini e donne fieri di contribuire alla costruzione della cattedrale, sentita ed amata come la casa di tutti i milanesi. Ed il Duomo lo è tuttora, emblema della nuova Milano e casa degli antichi e nuovi milanesi.
Il Duomo è una realtà vivente, mai finita. Le impalcature che anche oggi ne coprono alcune parti documentano la necessità di rimettere mano continuamente a tale costruzione. La stessa necessità sentiamo, urgente, rispetto alle nostre amate città.
Papa Francesco, nella sua recente enciclica, parla di Dio che "prepara la città per gli uomini" (cf. Lumen fidei 50-57).
Carissime, carissimi,
con questa Lettera l'Arcivescovo e i suoi collaboratori vorrebbero fare eco a questa iniziativa di Dio nei confronti di tutti gli uomini che oggi abitano la nostra società plurale.
A Maria Nascente è dedicato il nostro Duomo. La Vergine Madre ci conduce a Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, morto e risorto per tutti. Ognuno di noi, credenti o no, è attirato da Gesù. Il suo annuncio (Vangelo) continua a commuovere il cuore dell'uomo.

1. Preziose conferme
a) Vita ecclesiale e vita civile
L'anno scorso il nostro cammino ha preso le mosse dall'avvenimento straordinario della visita di Benedetto XVI a Milano, in occasione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie. La gioia e il conforto sperimentati in quell'evento, così significativo per la Chiesa e l'intera società civile, non erano sentimenti effimeri, ma una conferma dell'attualità della tradizione ambrosiana.
Un altro importante segnale della vitalità della nostra città ci è venuto dall'"anno costantiniano" tuttora in atto. La ricchezza di iniziative di carattere culturale, storico, artistico e teologico-filosofico ci ha dato la possibilità di approfondire sia il tema del rapporto tra le diverse fedi, legato alla natura interreligiosa ed interculturale della nuova Milano, sia quello della libertà religiosa che oggi esige di essere ripensata soprattutto a partire dalla natura plurale della nuova metropoli.
Questi due straordinari avvenimenti aiutano a vedere la profonda unità, nella necessaria distinzione, tra la dimensione civile e quella che, con un termine forse un po' logoro, viene chiamata l'azione pastorale della Chiesa. Ne è riprova la partecipazione di tutti gli attori civili e religiosi alla visita del Patriarca Bartolomeo, confortata anche dal notevole afflusso di popolo alle celebrazioni liturgiche in Santa Maria in Podone e in Sant'Ambrogio.

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