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Questo articolo è stato pubblicato il 12 gennaio 2013 alle ore 14:47.

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Guarda il video: in fila al Viminale per il simbolo

I cloni
Al Viminale Danilo Foti, Massimiliano Loda e Samuele Monti hanno depositato simboli praticamente identici a quelli del "Movimento 5
Stelle" di Grillo, di 'Rivoluzione Civile" di Ingroia e di "Scelta Civica con Monti per l'Italia".

Grillo protesta a gran voce
Nella bacheca affissa al Viminale con i primi contrassegni depositati campeggia al secondo posto un movimento a 5 stelle che nulla ha a che vedere con il movimento del comico genovese. Che protesta a gran voce: «Dovremo aspettare martedì pomeriggio per sapere se il M5S parteciperà alle elezioni. In caso della presenza di un simbolo confondibile non parteciperemo. Questa é l'Italia che non c'é più, che non ci appartiene, che va cambiata dalle fondamenta». In realtà Grillo può stare tranquillo, perché la legge elettorale, all'articolo 14, stabilisce il divieto di presentare contrassegni «identici o confondibili» con quelli usati tradizionalmente da altri partiti». E per il Movimento 5 stelle non è la prima volta. Mentre per Ingroia e Monti sì.

Samuele Monti presenta un programma scritto in stampatello
Poi c'è Samuele Monti. Che ha sfruttato l'omonimia con il cognome del professore della Bocconi per presentare una lista civetta, facilmente confondibile con i due contrassegni della lista civica di Mario Monti presentati per Camera e Senato. "Per l'Europa Monti presidente", scrive Samuele nel suo contrassegno. Mario Monti può però contare sul fatto che il programma depositato al Viminale da Samuele Monti è solo un manoscritto in stampatello di sei punti. L'uomo ha detto di essere un consigliere comunale di Fabrosa Soprana, in Piemonte, e di avere tutte le firme utili per la presentazione delle liste.

Loda clona Ingroia
«Cerchio bordato di nero e fondo arancione di intensità degradante verso la parte inferiore, sul quale insiste in alto centrata, in caratteri maiuscoli di colore blu la scritta "RIVOLUZIONE CIVILE", e nella parte inferiore la sagoma rossa dell'opera pittorica 'Quarto Stato' di Giuseppe Pellizza da Volpedo». Questa è la descrizione del simbolo depositato da Massimiliano Loda, lodigiano domiciliato a Milano, classe 1976. Il suo programma è un dattiloscritto.

Doppio anche il nome del movimento di Meloni-Crosetto-La Russa
"Fratelli d'Italia" è il movimento che si è staccato dal Pdl (pur restando alleato del Cavaliere), animato dal trio Meloni-Crosetto-La Russa. Anche per loro c'è un simbolo presentato prima che ha lo stesso nome del movimento varato dai tre. Ma che ritiene di avere la giustizia dalla propria parte. «Abbiamo il diritto democratico di presentare il nostro simbolo e non riteniamo di essere cloni», spiega Alessandro Murtas, coordinatore del movimento politico Fratelli d'Italia nel Lazio. Anzi il movimento si ritiene danneggiato dalla discesa in campo del trio Meloni-Crosetto-La Russa. «Ci riteniamo parte lesa», sottolinea Murtas e «crediamo di essere in buona fede e di aver costruito il nostro percorso politico prima dei secondi in elezioni politiche, regionali, deposito e web site». Nei prossimi giorni sarà dettata l'ultima parola sulla vicenda.

Prima valutazione del Viminale
Infatti i contrassegni, dopo la scadenza dei termini di consegna, saranno valutati dal Viminale, le cui decisioni potranno essere impugnate davanti all'Ufficio Centrale Nazionale presso la Corte di Cassazione. Le decisioni di quest'ultimo Ufficio sono definitive. Nel testo unico delle leggi sulle elezioni ci sono obblighi e divieti sul deposito dei contrassegni di lista sia per l'elezione della Camera dei deputati, sia per quella del Senato della Repubblica, sia per la circoscrizione Estero. Tra i divieti, vi sono quelli di «utilizzare contrassegni identici o confondibili con contrassegni che riproducono simboli utilizzati tradizionalmente da altri partiti»; e di utilizzare contrassegni che riproducono simboli, elementi o diciture, o solo alcuni di essi, utilizzati tradizionalmente da partiti presenti in Parlamento». Per i contrassegni regolari, il ministero, entro martedì, fornirà attestazione dell'avvenuto deposito e della loro regolarità.

Ecco cosa succede se i simboli sono in contrasto con le norme
Se, però, i contrassegni risulteranno in contrasto con le norme, il ministero inviterà il depositante a sostituirli entro 48 ore. Le decisioni del ministero dell'Interno relative all'ammissione o all'invito a sostituire i contrassegni di lista non sono definitive. È, infatti, ammessa opposizione all'Ufficio centrale nazionale costituito presso la Corte di Cassazione. Possono presentare opposizione sia coloro che abbiano ricevuto l'invito a sostituire il proprio contrassegno, sia gli altri depositanti quando ritengano che uno dei contrassegni ammessi sia confondibile con il contrassegno da loro depositato. Le opposizioni debbono essere presentate al Viminale entro 48 ore dalla sua decisione e saranno via via inviate in Cassazione. L'Ufficio centrale nazionale presso la Corte di Cassazione, deciderà entro 48 ore dalla ricezione, sentiti i depositanti dei contrassegni che vi abbiano interesse. Adottate le decisioni, l'Ufficio centrale nazionale le comunicherà agli interessati e al ministero dell'Interno. Qualora venga respinta un'opposizione avverso l'invito del ministero a sostituire il contrassegno, quello ricusato non può essere più sostituito.

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