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Questo articolo è stato pubblicato il 24 gennaio 2013 alle ore 22:00.
L'ultima modifica è del 24 gennaio 2013 alle ore 19:06.
Lo scandalo derivati che ha travolto Mps diventa argomento di contesa politica tra i centristi e il Pd. In occasione della conferenza stampa a Davos, Monti esprime l'auspicio che la questione venga tenuta fuori della contesa elettorale. Il premier anticipa: il ministro Grilli è pronto a riferire in Parlamento.
Monti a Bersani: non parlare di polvere sotto il tappeto
Il professore invita il leader del Pd Bersani a «non parlare di polvere sotto il tappeto perchè, al di là della sua volontà, può risuonare sinistro sui mercati internazionali dando l'idea che ci siano cose nascoste nel bilancio pubblico».
Bersani su twitter: i mercati sanno leggere e scrivere
Altro che spaventare gli investitori, «i mercati sanno leggere e scrivere», scrive Bersani su twitter. I mercati «sanno benissimo che, se tocca a me, rispetterò i patti».
La responsabilità sui controlli
È alta tensione sui controlli. Il ministro Vittorio Grilli spiega che la competenza è di Bankitalia, poi il portavoce del ministero chiarisce che non c'è alcuna divergenza con Palazzo Koch. L'istituto, a sua volta, nega che ci siano divergenze: piena collaborazione con il ministero, spiegano fonti interne di Via Nazionale, nessun contrasto. Interviene anche il Capo dello Stato: qualla del Montepaschi, osserva Giorgio Napolitano da Torino, «è una questione abbastanza grave e se ne sta occupando la Banca d'Italia». «Non sono esperto di banche, ma se la questione è grave bisogna occuparsene. Ed io ho piena fiducia nella Banca d'Italia». Nuovo pesante tonfo in Borsa per Mps: il titolo della banca senese, che ieri ha perso oltre l'8% e il giorno prima quasi il 7% - accusa un crollo dell'8,19% a 0,23 euro, alla vigilia dell'assemblea straordinaria di venerdì.
Monti: no a confusione con altri temi per ragioni elettorali
Da Davos, in Svizzera, dove partecipa al World Economic Forum il presidente del Consiglio segnala che la scelta di inserire il "tema Montepaschi" nell'agenda politica potrebbe avere conseguenze negative, lanciando messaggi non veritieri alla comunità finanziaria. «È importante sottrarre la tematica» del caso derivati dalla confusione che si sta creando per evidenti ragioni, osserva il professore, in particolare, il nesso tra lo stanziamento per i "Monti bond" e il gettito dell'Imu é «frutto di fantasia».
Bersani: dal 2001 battaglia in Parlamento sui derivati
Pier Luigi Bersani respinge al mittente le critiche della destra sul ruolo del partito nello scandalo della banca toscana. «La destra deve inventarsi ogni cosa - afferma -, ma dal 2001 il Pd è impegnato in una battaglia parlamentare sui derivati mentre la destra stia zitta e si vergogni. «Il Pd - contionua il segretario del Pd - non si è mai occupato in quanto tale di banche, noi facciamo politica. È una vicenda che suscita preoccupazione ma nessun imbarazzo, le banche sono gestite da privati, come in tutte le banche c'è una fondazione composta anche da comune e provincia. Non ci siamo mai occupati di banche».
Grillo: voglio una commissione di inchiesta sulla banca
Interviene a gamba tesa il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo: in un comizio dello Tsunami Tour a Grosseto attacca: «Voglio una commissione d'inchiesta su Mps. Il Monte dei Paschi di Siena era la più antica e bella banca del mondo - ha osservato l'ex comico -. Avete visto che cosa è successo. Mussari è colpevole, perchè è uno che non sa fare neanche un bonifico. I responsabili sono nella Fondazione Mps, nella politica, nel Pd. Voglio una commissione d'inchiesta e per questo mi daranno dell'eretico». L'ex comico prende di mira anche Bankitalia: «La Banca d'Italia? Era l'organo di vigilanza del Monte dei Paschi. Che senso ha questa istituzione se non essere solidale alla corruzione endemica di questo paese. Hanno 1.700 dipendenti e cosa fanno? Cosa faceva il capo della vigilanza, la signora Tarantola, che adesso presiede la Rai? Doveva vigilare. Sono incredibili».
Ingroia: ora i riflettori sull'efficienza di Bankitalia
Quanto accaduto su Mps «deve far accendere i riflettori sui controlli e sulla efficienza di Bankitalia»: così Antonio Ingroia, candidato premier di Rivoluzione civile a Servizio pubblico su La7. Ingroia parla di «reazione imbarazzata del ministro dell'Economia che - afferma - ha buttato la palla su Bankitalia». «I controlli in Italia non funzionano - prosegue - c'è un intreccio tra politica e finanza, e tra controllore e controllato. In questa situazione di sballo, di crisi scaricata sui cittadini - conclude Ingroia - Monti ha dato 4 miliardi di euro a quella banca togliendoli dalle tasche degli italiani: lo stesso imposto del gettito Imu».
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