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Questo articolo è stato pubblicato il 19 febbraio 2013 alle ore 07:35.
Bersani: ora l'ultimo scatto
Se Romani Prodi amava l'immagine dello scalatore, anche in onore al suo hobby ciclistico, Pier Luigi Bersani preferisce la metafora del passista, che a velocità costante arriva alla meta. «E ora facciamo lo scatto finale», garantisce il leader Pd che lotta proprio contro il fantasma del suo predecessore costretto ad arrendersi, dopo due anni di governo, a causa di un esito elettorale incerto. Rischio che Bersani teme ma scongiura, definendo l'attuale centrosinistra «solidissimo» e destinato «a durare a lungo mentre gli altri non reggeranno uniti».
Il rischio ingovernabilità
Il Financial Times non è l'unico a paventare uno scenario elettorale di ingovernabilità: la crescita di Beppe Grillo e le sue piazze piene terrorizzano tutti, a destra come a sinistra e al centro. Ma soprattutto chi, come il Pd, ritiene di avere le maggiori chance di vittoria ma sa, come ricorda Massimo D'Alema, che «è essenziale che gli italiani individuino una forza a cui si affida un mandato chiaro». Un esito elettorale certo che Grillo, al pari di Silvio Berlusconi, rischia di mandare in frantumi. Per questo Bersani alza la voce contro il comico genovese, accusandolo di «prendere in giro gli italiani», e avverte gli "arrabbiati" del M5s. «Le istanze dei cittadini arrabbiati - sostiene il candidato premier del centrosinistra - le comprendo ma Grillo non ha mai risposto ad una domanda in vita sua e questo ci porterebbe fuori dalle democrazie. Poi dice: via dall'euro e mille euro per tre anni a chi è senza lavoro...ma così ci porta in Grecia».
Il passo falso di Giannino
Dopo la laurea taroccata, quella di Renzo Bossi, e le tesi copiate, quelle dei due ministri tedeschi Schavan e zu Guttenberg, arriva anche il Master fasullo: e quello che avrebbe vantato, pur senza averlo, Oscar Giannino. Di questo lo accusa l'economista Luigi Zingales, uno dei fondatori di "Fare per fermare il declino", che egli abbandona per la delusione. Giannino ha replicato parlando di un «equivoco» e sostenendo di non aver mai millantato titoli accademici ed anzi rivendicando il proprio percorso da autodidatta. «Mi hanno detto che in rete c'è una cosa che gira su un mio presunto master alla Chicago Booth. Vorrei chiarire che su questo c'è un equivoco. Io non ho preso master alla Chicago Booth. Sono andato a Chicago a studiare l'inglese», spiega il giornalista. «In effetti - ha però ammesso Giannino - da quanto ho detto a Repubblica Tv si capiva il contrario».
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