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Questo articolo è stato pubblicato il 15 aprile 2011 alle ore 10:32.
Ha spiazzato il Pd due volte: perché è sceso in campo con la sua candidatura da indipendente prima di tutti, quando ancora i giochi nel partito non erano fatti, e perché ha vinto le primarie contro il concorrente sostenuto dai democratici, Stefano Boeri. Subito dopo si è presentato come il candidato di tutto il centrosinistra.
Per la sua vittoria sono stati sull'orlo delle dimissioni (prima rassegnate poi rientrate) i vertici del Pd cittadino. Ora lo sostengono Pd, Sel, Idv, Federazione della sinistra, Socialisti (che hanno rinunciato a una lista propria e sono confluiti in quella dei democratici), Verdi ecologisti, Radicali (Bonino-Pannella), una lista civica (lista Milano civica per Pisapia sindaco) con professionisti, esponenti del mondo della cultura e dell'impresa più un'altra lista civica (lista civica Milly Moratti per Pisapia) della cognata della sindaca. Il Vendola di Milano, lo chiamano. Ma se la sua corsa all'inizio pareva facile, poi è arrivata la salita.
Lo scossone per Giuliano Pisapia (video) si è palesato con affittopoli e il conivolgimento della compagna, Cinzia Tasso, affittuaria di un appartamento del Pio Albergo Trivulzio. Lui ha precisato di non essere mai stato il destinatario del contratto, anche perché - ha sostenuto - la questione risaliva a quando il rapporto ancora non era nato con l'attuale partner. Che nel frattempo è diventata moglie: i due si sono sposati a Venezia sabato 9 aprile, cerimonia celebrata dal sindaco, Giorgio Orsoni.
La decisione delle nozze (cadute in piena campagna elettorale) - ha raccontato Pisapia - è maturata «prima che ci fossero le primarie e che quindi diventassi candidato».
L'avvocato, deputato per due legislature (come indipendente di Rifondazione comunista), è convinto di farcela a battere Letizia Moratti. Anche perché quella che lo sostiene - sottolinea - «è la più ampia coalizione che il centrosinistra ha avuto in appoggio a un candidato negli ultimi 20 anni, ed è la prima volta in Italia che il programma per una competizione amministrativa è costruito da più di mille persone». Sono state le Officine per la città a elaborarlo nei mesi precedenti la campagna elettorale, quattro i punti essenziali: aria pulita, «pulita da tutto», precisa Pisapia, riferendosi alla necessità della «massima trasparenza amministrativa», lavoro, mobilità sostenibile e cultura, da esportare anche in periferia.
Conquistare anche l'elettorato di centro è uno degli obiettivi della coalizione di centrosinistra in questa fase. Mission a cui è votata la lista civica nella quale sono candidati un autore di Striscia la notizia (figlio del dentista di Silvio Berlusconi), una chef di grido, un ex partigiano, una regista romena, tre giovani che ancora non hanno compiuto vent'anni, quattro giornalisti e due disabili.
Nella lista di Sel invece capolista è Daniela Benelli, già assessore alla cultura della provincia di Milano, con lei corrono pure numerosi indipendenti tra i quali Roberto Escobar, docente di analisi del linguaggio politico all'Università di Milano e critico cinematografico, e Davide Piccardo dell'associazione giovani musulmani di Milano.
Armi deposte con gli ex rivali alle primarie, Stefano Boeri guida la lista del Pd. Dietro di lui c'è Maria Grazia Guida, direttrice della Casa della Carità di don Virginio Colmegna, poi Pierfrancesco Majorino, attuale capogruppo del partito a Palazzo Marino, Carlo Monguzzi e anche Roberto Biscardini (i socialisti hanno rinunciato a una loro lista).
È combattiva senza essere aggressiva la campagna elettorale di Giuliano Pisapia. Che ha più volte additato gli anni di amministrazione Moratti come «pieni di fallimenti e con tanti progetti rimasti incompiuti». Il riferimento è in particolare al problema dell'inquinamento, al progetto del quartiere Santa Giulia, «alla bonifica di quelle aree mai realizzata, agli alberi promessi al maestro Abbado per il suo ritorno alla Scala che non sono stati mai piantati». Ma l'affondo è su Expo: «Nemmeno il sindaco sa davvero se si farà, certo non se rimane al governo della città».
Eliminare la distanza tra amministrazione e cittadini è uno dei principali obiettivi del candidato del centrosinistra, ma anche rilanciare Milano per darle maggiore credibilità a livello internazionale e far crescere l'offerta culturale.
Chi si interessa di cronaca ha conosciuto Giuliano Pisapia come avvocato quando, con il suo studio, ha seguito diversi processi famosi tra cui 'Toghe sporche' con imputati Previti, i giudici Squillante e Metta, in cui era parte civile, ma anche quello sui fatti del G8 di Genova, dove è stato l'avvocato della famiglia di Carlo Giuliani. Ha partecipato pure a numerosi collegi internazionali di difesa, tra i quali quello per il leader curdo Ocalan. La politica per lui inizialmente è stata l'impegno volontario, come scout e come barelliere per la Croce Rossa, con il tempo è passato alla politica nelle istituzioni. La prima elezione come deputato è del '96, quando è stato presidente della commissione Giustizia, riconfermato nel 2001, è diventato presidente del Comitato carceri.
Ripete quasi come un mantra di credere nel ricambio, pensa «che la politica non debba essere un mestiere a vita», è per questo - dice - che «non ho accettato di candidarmi per la terza volta».
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