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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2011 alle ore 13:23.
Fare di Torino la capitale del lavoro etico attraverso la riqualificazione, azioni forti contro lo sfruttamento dei giovani e il ‘lavoro intelligente' che significa competere su qualità, ricerca e innovazione. Promessa di Piero Fassino candidato sindaco del centrosinistra per il dopo Sergio Chiamparino. L'ex ministro è impegnato in sei giornate per sei sfide per la città e la prima è quella sul lavoro. Al suo fianco per l'occasione ci sono Cesare Damiano e Dario Franceschini.
«Il problema non è flessibità o no» dice Fassino «ma come», perché serve «una flessibilità che contempli i diritti dei lavoratori». «Occorre limitare nel tempo l'uso degli stages, incentivare le imprese a regolarizzare, far sì che un'ora di lavoro precario non costi meno di un'ora di lavoro a tempo determinato, riconoscere i diritti fondamentali alla persona e ricordare che il lavoro è l'ambito in cui si sviluppa e si esprime la dignità».
La giornata dell'ultimo segretario Ds è intensa (intervista video).
La mattina presto fa visita al centro per l'impiego della Provincia, dove incontra dirigenti, funzionari, persone in cerca di lavoro. Nel torinese la media della disoccupazione è al 33%, quasi 10 punti sopra quella nazionale (al 25%). E pensare che solo 100 chilometri più a sud, a Cuneo, siamo appena al 9%. Sono soprattutto le donne che lasciano il mercato del lavoro. Anche al centro per l'orientamento del comune (che Fassino visita nella stessa mattinata) emerge un quadro complicato. L'attività di politiche attive per il lavoro è partita nel secondo mandato del governo Chiamparino, qui ogni 12 mesi passano 5.000 persone, per lo più tra i 30 e i 40 anni: disoccupati, in cerca di risposte, molti in attesa di ricollocazione.
Niente pranzo, Piero Fassino incontra poi i vertici di Confcooperative, tema: lo sviluppo dell'area torinese. Ma il momento clou della giornata è l'appuntamento con Franceschini e Damiano. Che rilancia la necessità di un sistema di qualità nel mondo lavoro e di un cambio di mentalità, perché «un modello produttivo basato sulla precarietà e sul ricatto significa rinunciare alla qualità». Serve – dice l'ex ministro del Lavoro – «un nuovo patto sociale» che comprenda anche iniziative legislative, una delle quali legata alla possibilità di sgravi fiscali ai crediti d'imposta quando si passa dall'apprendimento a una fase di stabilità. «Nessun lavoro deve essere retribuito con un minimo compenso», dice Damiano che per i più giovani, quelli con poche certezze in termini pensionistici, indica: «ogni ora di lavoro con contribuzione non deve essere persa».
Piero Fassino contestualizza le sue idee per il lavoro su Torino, partendo dalla Carta etica, garanzia per le iniziative promosse dal comune legate a chi cerca e offre lavoro, un modello basato su trasparenza e parametri precisi. Si va da sgravi fiscali sulle tasse comunali alle aziende che rispettano gli accordi, con la graduale interruzione dell'assegnazione
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