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Questo articolo è stato pubblicato il 17 maggio 2011 alle ore 07:23.
Che il nome del nuovo sindaco di Napoli sarebbe venuto fuori da un ballottaggio era noto sin dalla vigilia. A sorprendere sono però i contorni che assumerà la sfida in programma tra quindici giorni: a sfidare il candidato del Pdl Gianni Lettieri, che ha ottenuto il 38,5% dei consensi, sarà infatti l'europarlamentare dell'Idv Luigi De Magistris (a quota 27,4%) e non l'uomo del Pd Mario Morcone (terzo con il 19,3% dei voti), come ci si aspettava.
E la cosa rappresenta un primo verdetto: il Partito Democratico lascia Palazzo San Giacomo dopo una stagione lunga quasi diciotto anni, cominciata con Antonio Bassolino e proseguita con Rosa Russo Iervolino. Colpa del can-can delle primarie annullate nonché delle responsabilità che pure ha avuto il comune nell'ultradecennale emergenza rifiuti. Ma il dato più significativo è, in ogni caso, un altro: nella città caratterizzata dal più alto tasso di astensionismo (l'affluenza ai seggi ha raggiunto il 60,33% contro il 66,7% di cinque anni fa), a sinistra prevale il voto di protesta. Buona in ogni caso l'affermazione di Raimondo Pasquino, candidato del Terzo polo che in virtù del 9,7% delle preferenze per il secondo turno si appresta a fare da ago della bilancia per la corsa a Palazzo San Giacomo.
La particolarità di questa tornata elettorale la si coglie piuttosto facilmente anche analizzando il rapporto tra i candidati a sindaco e le liste che li sostenevano: Pdl e resto del Centrodestra, intercettando il 42,9% dei consensi, vanno più forte di Lettieri. Al contrario, De Magistris deve aver beneficiato di un bel po' di voto disgiunto se consideriamo che l'Italia dei Valori e le altre liste che lo sostenevano hanno ottenuto solo il 16,7% delle preferenze. Morcone appare di gran lunga al di sotto della sua coalizione che mette a segno una performance del 22,8 per cento. Il Terzo conta invece su uno zoccolo duro pari all'11,4% dei votanti.
Per quanto riguarda i singoli partiti, la sigla che si impone su tutte è il Pdl (23,7%). Il Partito Democratico non va oltre il 16,8% delle preferenze mentre l'Italia dei Valori in città viaggia sull'8,2 per cento. Per il ruolo di quarta forza cittadina, è testa tra l'Udc e il movimento Noi Sud, entrambi al di sopra del cinque per cento. A guardare poi le novità dello scacchiere politico italiano, si scopre che Sinistra Ecologia Libertà a Napoli vale circa il 3,9% del bacino elettorale, analogamente a Fli (3,3%).
Quali sono gli scenari che a questo punto si aprono, in vista del ballottaggio del 29 maggio? Lettieri punterà a far breccia sugli elettori moderati, mentre De Magistris per raccogliere il mandato di primo cittadino dovrà cercare un'intesa con tutte le forze che a livello nazionale si oppongono al governo Berlusconi. A Napoli tutto può succedere. L'ex presidente dell'Unione industriali, che ancora qualche giorno fa aveva dichiarato di credere alla possibilità di una vittoria al primo turno, oggi esprime soddisfazione nel commentare quello che secondo lui è «un gran risultato, oltre le aspettative». E poi rincara la dose contro l'europarlamentare dell'Idv: «I napoletani sono esasperati e hanno bisogno di una progettualità, non di chi fa demagogia e usa la forca». De Magistris, dal canto suo, chiarisce: «Non sono il candidato sindaco dell'Idv, né di altri partiti. Sono il sindaco per Napoli, per tutti i napoletani». Se non altro, una cosa è certa: da qui ai prossimi quindici giorni saranno scintille.
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