Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 20 aprile 2011 alle ore 07:53.

My24
Bossi l'omonimo fa infuriare il Senatur, che lancia la sfida al Pdl. E i finiani di Fli salgono sul CarroccioBossi l'omonimo fa infuriare il Senatur, che lancia la sfida al Pdl. E i finiani di Fli salgono sul Carroccio

L'alleanza tra Pdl e Lega, a livello locale, scricchiola. In diversi comuni che si preparano al voto del 15 maggio e in alcune province i due alleati di governo corrono separati. In Lombardia, cuore del movimento padano, il Carroccio si accompagna invece ai 'cugini' futuristi in due grossi centri (entrambi sopra i 50.000 abitanti): Rho e Gallarate. Municipio, quest'ultimo dove già da quattro anni i leghisti sono all'opposizione di una giunta targata Pdl.

A Gallarate pare che l'ultima parola sia stata quella di Umberto Bossi che in città ha il suo dentista di fiducia. Il Senatur avrebbe visto i cartelloni elettorali affissi per le strade con la scritta 'vota Bossi' e il simbolo della Lega Lombarda Padana, da sempre invisa al Carroccio. L'attuale vicensidaco, candidato dal Pdl alla poltrona di primo cittadino è - per cognome - un omonimo del leader leghista: Massimo Bossi, anche se tra i due non c'è alcun legame di parentela. Il Senatur non ci avrebbe visto più e avrebbe deciso di puntare su un candidato in grado di strappare la città al Pdl scegliendo al posto di Stefano Gualandris Giovanna Bianchi Clerici. La quale è sostenuta oltre che dalla Lega da due liste civiche: 'Gallarate onesta' e 'Libertà per Gallarate', quest'ultima appoggiata pure da Fli che ha fatto confluire tra i candidati una decina di suoi esponenti.

La storia della rottura tra Pdl e Lega qui comincia quattro anni fa e arriva all'epilogo con le dimissioni del sindaco (pidiellino) Nicola Mucci lo scorso dicembre per incompatibilità dopo la nomina a direttore generale della Asl di Sondrio. Mucci si è fatto sostituire (con un rimpasto di giunta) da Massimo Bossi, attuale vicesindaco. Il Carroccio e Fli si sono ritrovati così sullo stesso fronte, contro quella che considerano la «malagestione» dell'attuale amministrazione nel comune obiettivo di garantire maggiore trasparenza e legalità.

«La Lega si è alleata con due liste civiche per costruire un'alternativa reale al Pdl» dice Giorgio Caielli segretario cittadino del Carroccio nel tentativo di svuotare di ogni significato politico la faccenda. «Qui siamo separati dal Popolo della libertà da quattro anni perché abbiamo sensibilità diverse». Il dito è puntato contro «una cattiva gestione urbanistica del territorio», «sprechi» e «la costruzione selvaggia su alcune aree della città». Ma alla Lega non è mai piaciuta nemmeno la politica adottata dall'amministrazione nel rapporto con la comunità islamica che ha chiesto più volte spazi da utilizzare nel periodo del Ramadan. Il Pdl ha acconsentito, ma per il Carroccio «non c'erano i requisiti necessari». Poi c'è la vicenda del museo Maga, «che ha sottratto risorse a tutte le altre iniziative culturali, associazioni comprese».

Anche Fli considera l'accordo con la Lega basato principalmente su condivisioni programmatiche. «Abbiamo deciso di appoggiare Bianchi Clerici» - racconta Luca Carabelli, presidente di circolo Fli e nella lista 'Libertà per Gallarate' - «perché è un candidato di qualità ed è un candidato meno ortodosso rispetto a quelli precedentemente proposti, nel quale si può riconoscere anche chi non è leghista». «Del resto - dice Carabelli - il nostro programma e quello del Carroccio da subito sono apparsi vicini in quanto a progetti e obiettivi». A entrambi non piace il metodo pidiellino di fare amministrazione, un metodo dicono che «non ha guardato alla collettività, come esemplifica il caso delle società municipalizzate che perdono 4 milioni di euro ogni anno».

La lista civica 'Libertà per Gallarate' raccoglie tra i suoi candidati anche un buon numero di professionisti delusi dall'operato del Pdl in comune, come Luisa Peletti scontenta di come il Maga, inaugurato lo scorso anno sia stato gestito. Peletti guarda però soprattutto al piano sociale: «va rivisto, per esempio occorre ripensare tutta la gestione degli asili nido».

Anche a Rho la rottura tra Pdl e Lega risale a prima della campagna elettorale per le amministrative e ha portato alle dimissioni del primo cittadino (pidiellino) Zucchetti. Il candidato sindaco del Carroccio Fabrizio Cecchetti di alleanza con Fli proprio non vuole sentir parlare. «È falso. Chi lo dice mente sapendo di mentire». Il riferimento è a Romano La Russa, coordinatore provinciale del Pdl a Milano «che su questa questione ha diffuso comunicati». Se vogliamo proprio dirla tutta, puntualizza Cecchetti «Silvio Berlusconi aveva annunciato che non si sarebbe mai alleato con l'Udc. Invece qui corrono insieme, con i due simboli vicini». Anche a Rho Fli è confluito in una lista civica (con il candidato Massimiliano Polerà) nella quale però sono maggiori le presenze di esponenti della società civile rispetto a quelle riconducibili al partito di Gianfranco Fini.

La frattura con il Pdl si è consumata sul piano di governo del territorio, sulla questione della riqualificazione dell'area ex Alfa Romeo (la Lega ha detto no al progetto di costruzione di un grande centro commerciale) e sulla gestione dei rom. In tre anni sono stati smantellati i 12 campi abusivi e il Pdl voleva dare ai rom delle case comunali ma il Carroccio si è opposto. «Riproporre quell'alleanza voleva dire incappare negli stessi problemi», dice Cecchetti. E così la Lega «ha deciso di correre da sola», perché di questo (politicamente parlando) si tratta, ripete il candidato sindaco.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.