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Questo articolo è stato pubblicato il 20 aprile 2011 alle ore 12:17.
Di sé dice: «Non frequento salotti e non voglio piacere a chi ha la puzza sotto il naso, la mia scelta è irreversibile». Come quella di provare a insidiare il lungo dominio della sinistra a Palazzo San Giacomo. Lui, Gianni Lettieri, 54 anni, napoletano verace (nato dalle parti di piazza Garibaldi, precisa lui sul suo sito personale) ed ex numero uno degli industriali nel capoluogo campano, è chiamato a una missione non semplice.
Il sostegno dei finiani di Rivellini e lo stop di Bocchino
Lettieri dovrà infatti vedersela con una sinistra agguerrita anche se divisa davanti alle urne. Un piccolo vantaggio certo, come quello che gli è arrivato qualche settimana fa con il divorzio da Fli del potente coordinatore campano, Enzo Rivellini. Che ha detto addio a Gianfranco Fini assicurando il proprio sostegno all'industriale napoletano e portando con sé un bacino di consensi non da poco. Con buona pace del vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, che considera irrealizzabile un asse tra i finiani e Lettieri in un eventuale ballottaggio. Ma la corsa che conduce alla successione di Rosa Russo Iervolino è lunga e non priva di trappole. Anche per un maratoneta esperto come l'ex numero uno degli industriali napoletani.
La candidatura di De Simone crea imbarazzo nel Pdl
Lettieri ha infatti rischiato di rimanere implicato nel caso di Achille De Simone, capolista dell'Alleanza di centro (il mini-partito creato dall'ex notista politico del Tg1, Francesco Pionati e che a Napoli appoggia l'industriale) e sotto accusa in un processo per violenza privata. Lui si proclama innocente e sia il candidato del Pdl che Pionati gli hanno chiesto di fare un passo indietro. Anzi Lettieri si è spinto oltre per stoppare le polemiche ed evitare scivoloni. «La legge - ha spiegato aprendo la sua campagna elettorale - non mi consente di fare altro, non si può imporre di farlo ritirare». Poi la promessa. «Che nessuno lo voti, anche perché se dovessero risultare decisivi i suoi voti potete già da ora considerarmi un sindaco dimissionario».
Con De Magistris è guerra aperta
Insomma, una battaglia per la legalità prima e dopo il voto. Ai suoi avversari Lettieri ha infatti anche lanciato la proposta di un patto per la trasparenza da far votare nella prima seduta di consiglio comunale. Il candidato dell'Idv, Luigi De Magistris, ha risposto picche. E non poteva essere altrimenti visto lo scambio di "affettuosità" tra i due. «Saranno i napoletani nella loro grande saggezza - è stata la stoccata formulata da Lettieri qualche giorno fa - a rispedirlo nel rifugio di Bruxelles, dopo si difende ogni volta ricorrendo all'immunità parlamentare». L'ex pm gli ha risposto a tono. «Lettieri è il ventriloquo di Cosentino, il vero candidato sindaco alle prossime elezioni».
L'appoggio di Cosentino: Gianni non sarà da solo
Una frecciatina per sottolineare lo stretto rapporto con l'ex sottosegretario e coordinatore campano del Pdl che era al fianco di Lettieri nel giorno della presentazione dei 48 nomi della sua lista. «Di certo Gianni non dovrà essere un Mandrake perché non sarà da solo - ha detto Cosentino -. Ad aiutarlo ci sarà una squadra di persone preparate e e qualificate per dare lustro a Napoli». Lui, l'industriale napoletano, il cui nome fu tirato in ballo già alle ultime regionali per il dopo-Bassolino (ma alla fine gli fu preferito il giovane socialista, Stefano Caldoro, poi divenuto governatore),sa di non poter fallire questa volta e ha promesso di rimanere a Palazzo San Giacomo per dieci anni. Prima però dovrà sconfiggere «il grande moralizzatore» De Magistris (suo copyright) e il prefetto Mario Morcone «che col moralizzatore ha sottoscritto una petizione partitocratica: un vero patto di potere».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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