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Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2011 alle ore 10:40.
Letizia Moratti dovrà cercare in tre settimane di recuperare consenso tra i lavoratori dipendenti, soprattutto quelli pubblici; Giuliano Pisapia dovrà invece tentare di intercettare il voto dei liberi professionisti e dei lavoratori autonomi. Non due dettagli: messe insieme queste due categorie rappresentano circa la metà degli elettori milanesi.
Osservando gli orientamenti politici per le amministrative di maggio descritti da Swg (indagine demoscopica aggiornata al 20 aprile su un campione di mille soggetti), Milano sembra spaccata in due nel più tradizionale dei modi: i dipendenti preferiscono il centrosinistra, i professionisti il centrodestra.
I numeri non lasciano dubbi. Il 44% degli autonomi e dei liberi professionisti voterà la Moratti, il 40% Pisapia; il 47% del pubblico impiego si orienterà verso Pisapia, il 35% verso la Moratti. Evidentemente a Milano è più equilibrata la distribuzione del voto dei professionisti, mentre è più polarizzato (a sinistra) il voto dipendente. Detto questo, però, anche a Milano la tradizionale spaccatura della politica italiana si ripete.
Sorprende invece l'andamento della fiducia personale, concetto sottilmente diverso dal voto. Di fronte ad una domanda "soft", meno impegnativa dell'adesione politica, lo scenario cambia, e diventa persino contraddittorio. Alla richiesta «lei ha molta, abbastanza, poca o nessuna fiducia nei candidati?», è emerso che anche i lavoratori autonomi stimano Pisapia, con un gradimento al 53%, così come il 55% dei dipendenti confermano la loro vicinanza al candidato di centrosinistra. Hanno invece fiducia nella Moratti il 41% dei lavoratori autonomi e i 35 dei lavoratori dipendenti. Come si spiega l'asimmetria tra voto e gradimento nel mondo del lavoro autonomo? Probabilmente con il fatto che, nella chiamata vera e propria alle urne, conta ancora molto il codice di appartenenza e non solo la scelta personale del candidato.
Guardando i risultati delle coalizioni le due polarità si ripetono: gli autonomi scelgono nel 40% il centrosinistra (il 3% in meno del totale dei cittadini) nel 46% il centrodestra (il 3% in più del totale). I lavoratori dipendenti il contrario: scelgono nel 48% dei casi il centrosinistra (il 5% in più del totale dei cittadini) e nel 38% il centrodestra (il 5% in meno del totale).
Quanto a Manfredi Palmeri, candidato del terzo polo che dovrebbe complessivamente raggiungere il 7% dei consensi, verrà votato dal 5% dei lavoratori autonomi e dall'8% dei dipendenti.
Il restante mondo degli elettori è grosso modo diviso tra pensionati (un terzo circa dei milanesi), casalinghe, disoccupati e studenti (queste ultime due categorie, sommate, rappresentano circa il 10%). I pensionati voteranno soprattutto il sindaco Moratti (il 47%), mentre, per quello che riguarda le coalizioni, il 44% il centrodestra, un altro 44% il centrosinistra e il 5% il terzo polo.
Le casalinghe preferiranno in misura lieve Pisapia (il 43%), mentre a livello di schieramenti andranno nel 45% dei casi verso il centrodestra, nel 44% verso il centrosinistra e nel 4% verso il terzo polo. Quanto ai disoccupati e agli studenti (da Swg riuniti in un unico gruppo), in misura netta preferiranno la Moratti (il 46%), e confermeranno questa tendenza anche nella scelta delle coalizioni, votando nel 47% dei casi il centrodestra, nel 36% il centrosinistra e nel 3% il terzo polo.
Fra tutti, i più indecisi sui candidati sindaco risultano le casalinghe (il 19%) e i lavoratori dipendenti (il 17%), con un peso però nettamente diverso sull'elettorato: i primi sono almeno un quarto del totale, le seconde indicativamente meno del 10 per cento.
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