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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2011 alle ore 13:23.
degli appalti ispirata solo al criterio del massimo ribasso, fino a prassi per favorire la regolarizzazione di chi denuncia sfruttamento e irregolarità. Prevista anche l'istituzione di un gruppo di Polizia Municipale dedicato alla sicurezza dei luoghi di lavoro. L'ex ministro vuole promuovere una «qualità etica» nelle politiche del personale del Comune e delle società partecipate, che va dal mancato utilizzo per il comune di stagisti gratuitamente, a politiche di conciliazione dei tempi per il lavoro femminile.
Il lavoro è una delle visioni di metropoli che Piero Fassino ha in mente; le donne, i bambini, la sicurezza, la mobilità sostenibile, l'ambiente e l'energia sono le altre. E in una città che per un secolo è stata capitale dell'auto la questione Fiat con il nodo della sede resta un interrogativo pesante. Se l'accordo con Chrysler, per l'ex ministro era una necessità, l'ipotesi di un colosso a più teste non è una condanna. Con una postilla: è importante creare «convenienze e compatibilità perché Fiat mantenga a Torino quello che ha». Chi ha orecchie per intendere intenda: «anche il governo su questo deve fare la sua parte, seguendo l'esempio di Obama». Quanto alla ex Bertone, altra faccenda delicata, Fassino ripete che la priorità è il lavoro per le oltre 1.000 persone che nello stabilimento potrebbero tornare a fabbricare un marchio dell'alta qualità italiana.
La giunta Chiamparino lascia nelle casse del comune un debito consistente, valutato sui 4 miliardi di euro. «Torino non è Catania» risponde Fassino, «il debito non è legato alla spesa corrente ma agli investimenti effettuati: per la metropolitana, il passante, per le Olimpiadi e i 150 anni dell'Unità d'Italia». Nessuna drammatizzazione insomma per l'ex segretario Ds, perché «il comune ha asset patrimoniali importanti nelle municipalizzate che possono essere coinvolte nella gestione del debito», magari cedendo una parte delle quote minoritarie.
Adesso nel futuro di Torino c'è anche Expo 2015. L'ex ministro, se sarà eletto, ha in mente una convention sotto la Mole per lanciare eventi speciali: la città potrebbe mettere a disposizione la sua capacità di accoglienza alberghiera e i suoi musei per i turisti attirati dall'esposizione universale.
Fassino, a due settimane dal voto, nei sondaggi è vicino al 50% dei consensi e conta di vincere al primo turno, senza ballottaggio. Dal Pdl scommettono sul contrario anche perché – fanno notare – rispetto alle prime settimane di campagna elettorale il loro candidato, Michele Coppola è in ripresa (intervista video). Pure a Torino il partito degli indecisi è numeroso e farà la differenza. Come convincere gli incerti a usare la scheda elettorale? L'ex segretario Ds promette continuità con il governo Chiamparino «che ha saputo trasformare la città in un periodo di crisi» e poi «Torino ha bisogno di un sindaco riconoscibile».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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