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Questo articolo è stato pubblicato il 04 maggio 2011 alle ore 08:40.
Lui esce dalla sala Camerana, lei entra. I due si incrociano appena, giusto il tempo di una stretta di mano. «Ci diamo il cambio», dice Giuliano Pisapia a Letizia Moratti e subito dopo, tra lo stupore e il divertimento dei presenti si rende conto del doppio senso del suo saluto. Chissà se porterà bene al candidato sindaco del centrosinistra. Che, come Manfredi Palmeri e il sindaco in carica, ha incontrato la giunta di Assolombarda, il presidente Alberto Meomartini e il direttore generale Antonio Colombo.
Moratti ha invitato Pisapia a un incontro per rispondere alle "dieci domande scomode" degli elettori Pdl, lui ha invitato lei in Piazza San Babila per replicare alle 100 questioni poste da elettori del centrosinistra. Entrambi hanno declinato. Mancano una decina di giorni al voto e i punti che li separano (stando agli ultimi sondaggi) oscillano tra i 3 e i 6. Quasi tutte le rilevazioni delle intenzioni di voto sono concordi nel ritenere probabile il ballottaggio, anziché una vittoria al primo turno di Letizia Moratti, come era stato 5 anni fa. Pisapia non ama i sondaggi, si fida dell'incontro diretto con i cittadini, è attento a chi e come gli stringe la mano per strada, al modo col quale lo guardano negli occhi, gli fanno domande.
Lo seguo per una giornata intera negli ultimi bocconi di campagna elettorale. L'incontro più importante, o forse il più difficile, è proprio quello in Assolombarda, nel tardo pomeriggio di ieri. Gli imprenditori hanno presentato ai candidati sindaco un decalogo fatto di proposte per promuovere competitività e attrattività del sistema Milano, per mantenere nel tempo la leadership della città (a livello europeo e mondiale). In primo piano c'è la questione Expo: Assolombarda chiede che sia un'opportunità per le imprese. Giuliano Pisapia sgombra subito il campo da possibili misunderstanding e assicura che tutti nella sua coalizione sono convinti che Expo sia un'occasione da non perdere. Promette un assessorato dedicato o comunque, se tra i 12 assessorati non ci fosse spazio sufficiente, una figura con delega specifica. Sulla gestione Moratti non tralascia un affondo: Milano - dice - non è più una città con forte valenza politica e credibilità tale da incidere sulle scelte di governo, nonostante la comunanza di partito.
L'associazione imprenditoriale guarda anche al governo del territorio e considera fondamentale che il nuovo Pgt sia attuato in tutte le sue componenti. L'attenzione va pure alla macchina comunale. Su questo Giuliano Pisapia promette maggiore efficienza e meno burocrazia, con la valorizzazione delle competenze interne, per rendere il rapporto con i cittadini più immediato. E in fatto di decentramento amministrativo ricorda il suo progetto di trasformare i consigli di zona in municipalità.
Dal confronto con gli imprenditori il candidato sindaco del centrosinistra esce convinto che il dialogo con l'attuale amministrazione in questi anni non sia stato abbastanza intenso. E assicura, da parte sua, un percorso comune a tutte le realtà che compongono la città per lo sviluppo economico. Ma soprattutto un robusto assessorato per economia e lavoro, oltre a un delegato permanente del sindaco per le relazioni con il sistema di impresa.
Al palazzo di via Pantano Pisapia arriva dopo una mattina passata a stringere mani di lavoratori in difficoltà: i bancari Cgil. «Speriamo di farcela», gli dice una signora. «Giuliano è uno di noi, ha fatto il nostro mestiere», ricorda un altro. A loro l'avvocato (bancario da giovanissimo) esprime solidarietà per lo sciopero generale del 6 maggio e vicinanza particolare per la vertenza in atto. «Sono categorie ritenute privilegiate, ma questo era vero in passato, ora non lo è più. Sono stati colpiti anche loro da licenziamenti massicci e hanno subito il depauperamento del valore del loro stipendio, che non è più alto come un tempo».
Dai bancari ai dirigenti dell'Aldai. Anche qui Pisapia è accolto con sorrisi e strette di mano, che si sciolgono in un lungo applauso alla fine dell'incontro. Si parla di Expo, di sviluppo economico della città, di traffico, inquinamento. E di valorizzazione delle donne manager. L'avvocato ricorda il suo impegno per la democrazia paritaria e formula nuovamente la sua promessa per una giunta composta al 50% da donne. Poi assicura il suo lavoro per la valorizzazione delle competenze femminili nei consigli di amministrazione delle partecipate. Un messaggio alle donne Pisapia lo ha lanciato da subito, anche con la composizione della sua lista civica che elenca per primi tutti i nomi di candidate femmine. Pure nella lista del Pd, subito dopo il capolista Stefano Boeri c'è una donna: Maria Grazia Guida, direttore della Casa della carità. E le candidate del centrosinistra mercoledì sera incontrano alla Casa della cultura le donne di 'Se no ora quando' e le elettrici.
Mobilità sostenibile, ambiente, inquinamento, polveri sottili, particolato sono le parole più ripetute nell'incontro con i Verdi. Che lanciano una class action anti inquinamento contro le istituzioni locali. 175 cittadini citano per danni il sindaco Moratti e il governatore della Lombardia Formigoni. Per i danni da smog negli anni compresi tra il 2005 e il 2010 chiedono seimila euro a testa. Colpevoli: le polveri sottili contro le quali l'Unione Europea ha imposto ai Paesi membri regole precise (soglia massima: 35 giorni in un anno con concentrazioni di particolato oltre la soglia dei 50 microgrammi al metrocubo). «Il primo obbligo di un sindaco - dice Pisapia - è la tutela della salute dei cittadini» e «se finora non è stato fatto vanno risarciti i danni patrimoniali». L'avvocato ribadisce come «l'ecopass non sia servito a nulla». Soluzioni alternative se arriverà a Palazzo Marino? Partiranno dalle «indicazioni dei referendum ecologisti». Un impegno però vale da subito: «prevedere adesso cosa fare per l'inverno, pianificare le misure da adottare evitando di arrivare con l'acqua alla gola ai momenti di maggiore difficoltà».
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