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Questo articolo è stato pubblicato il 04 maggio 2011 alle ore 09:15.

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Anche a Napoli i candidati sono impegnati, negli ultimi giorni di campagna elettorale, ad intensificare le attività per mobilitare quanti più elettori possibile e convincere gli indecisi. Solitamente questo comporta un innalzamento dei toni dello scontro (e la cronaca degli attacchi al candidato del Pdl Gianni Lettieri ne è una prova, ndr), soprattutto ad opera degli inseguitori che per recuperare attaccano il leader. La presenza di due candidati dello stesso schieramento, che si contendono la seconda piazza per accedere al ballottaggio, sta provocando invece scontri e polemiche all'interno principalmente all'interno del centrosinistra.

A Napoli il contesto competitivo vede, infatti, l'assenza di un sindaco uscente e anche di un delfino designato a succedergli. Il centro sinistra dopo l'annullamento delle elezioni primarie per i presunti brogli in favore del candidato vincitore, si presenta diviso con due candidati principali: l'ex prefetto Mario Morcone (sostenuto principalmente da Pd e Sel) e l'ex magistrato Luigi De Magistris (sostenuto principalmente da Italia dei Valori).

Cerchiamo di evidenziare le scelte strategiche dei candidati a partire dall'analisi dei manifesti e dei messaggi contenuti. La campagna più creativa è sicuramente quella di Morcone, che prova a ripetere il successo della prima campagna di Vendola, caratterizzata dalla capacità di volgere in positivo descrizioni negative del candidato (non a caso si tratta della stessa agenzia di comunicazione). Questa volta la caratterizzazione parte da alcune frasi e luoghi comuni su Napoli modificati in positivo e attribuibili allo stesso candidato: "Napoli, genio e regolatezza", "Napoli, nobiltà senza miseria" e "Napoli, orgoglio e giudizio". Il pay-off che accompagna tutti i materiali di comunicazione e "il futuro è mò". Quest'ultimo è il tema della campagna di Morcone che si candida a risolvere dal primo giorno i problemi della città senza demagogia e false promesse. E' proprio questo il messaggio principale dei manifesti e degli spot per l'ultima fase di campagna elettorale. Il candidato in primo piano guarda gli elettori e prende un impegno preciso: "L'unica promessa che faccio è che non farò false promesse".

Diverso il posizionamento di Luigi De Magistris che usa la frase "sindaco per Napoli" come payoff e che punta sulle sue caratteristiche personali per convincere gli elettori: il messaggio sui manifesti è, infatti, "una garanzia per il cambiamento". La frase è contenuta in un riquadro arancione che sembra attaccato al manifesto attraverso una graffetta; questo lo fa sembrare un promemoria per ricordare agli elettori che, se vogliono voltar pagina rispetto ai tanti problemi e alle tante emergenze degli ultimi anni, lui è per la sua storia e per le sue caratteristiche personali l'unica scelta possibile.

A pochi giorni dal divieto sono usciti due sondaggi che davano l'uno, Morcone e, l'altro, De Magistris al secondo posto: una ulteriore dimostrazione di come al primo turno la competizione sia tutta interna al centro sinistra. Per questo i due candidati si stanno concentrando sul descriversi come il candidato migliore per vincere e cambiare la città. Nel farlo però sono costretti ad attaccarsi e ad accentuare le divisioni che hanno portato a non riuscire a convergere su un unico candidato. Il rischio è però di non riuscire a sanare le divisioni neanche al ballottaggio, favorendo così la vittoria del candidato dell'altro schieramento.

Quest'ultimo sta facendo una corsa a parte: Gianni Lettieri è impegnato a consolidare il proprio elettorato, anche se non disdegna incursioni nello schieramento avversario con l'obiettivo di accentuarne le divisioni. Per vincere potrebbe accontentarsi di una vecchia regola della comunicazione politica: "le campagne elettorali non si vincono mai, sono gli altri a perderle". Così ha realizzato finora una campagna dai toni morbidi, ma allo stesso tempo cerca di non lasciare liberi troppi voti a destra. Dipinto spesso come la vera continuità rispetto agli anni di Bassolino, rappresenta invece lo schieramento che si prepara a prendere la rivincita dopo tanti anni di sconfitte elettorali: in caso di ballottaggio dovrà probabilmente prestare maggiore attenzione alla mobilitazione del proprio elettorato. Un cambiamento che incomincia a vedersi anche nei manifesti che sono passati dal primo messaggio "Fai vincere Napoli" e una serie di manifesti dedicati a descrivere la sua visione di Napoli ("meno faticosa, meravigliosa, vincente), ad un manifesto con la sua foto ed il claim "Quello che ci vuole". L'ultimo messaggio in ordine di tempo sembra puntare con più forza sul candidato, sul tentativo di descriverlo come uomo del fare, delle azioni concrete per risolvere i problemi della città. Si tratta di un evidente tentativo di dare maggiore forza al candidato e di fare ricorso ad un tema più vicino a quelli solitamente usati dai candidati di centrodestra.

Napoli è, insieme a Milano, l'elezione chiave per assegnare la vittoria ad uno o all'altro schieramento in una tornata amministrativa che, per scelta di Berlusconi, si sta trasformando in un test nazionale.

Per questo motivo i candidati, in caso di ballottaggio, dovranno fare richiamo al proprio elettorato per vincere: la chiave sarà di riportare al voto quanti più elettori che li avevano già scelti al primo turno e, in secondo luogo di cercare di recuperare votanti che avevano scelto altri candidati (obiettivo più difficile).

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