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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2011 alle ore 06:37.

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I sostenitori della quota rosa saranno felici di sapere che la presenza femminile nella tornata elettorale di quest'anno è aumentata tra il 10 e il 15 per cento. Le grandi città italiane si presenteranno all'appuntamento delle amministrative del 15 e 16 maggio con più candidate di 5 anni fa. La crescita è evidente in tutte le coalizioni: quel 10% in più lo hanno indicativamente guadagnato tutti i partiti.

Tuttavia, anche in fatto di quote rosa, nessuno è profeta in patria. Sebbene il disegno di legge che impone il 30% di presenza femminile nelle liste porti la firma di Mara Carfagna, ministro per le Pari opportunità, ad arrivare alla soglia aspirata oggi sono solo le coalizioni del centro-sinistra. Guardando cosa succede nei principali comuni – soprattutto a Milano, Bologna, Torino, Trieste, Napoli - emerge con chiarezza che il centro-sinistra ha raggiunto nelle proprie liste una rappresentanza femminile intorno al 35% (contro il 20% del 2006); il centro-destra si aggira, invece, intorno al 20%, contro il 10% circa di 5 anni fa. Per ora, del resto, la quota nelle liste elettorali non è ancora legge e, dunque, i partiti hanno potuto dare soltanto delle indicazioni di principio.

Ad esempio, il Pd ha chiesto che fosse raggiunta già con queste amministrative la soglia del 30% ed è stato ascoltato più o meno ovunque, con qualche esempio più virtuoso e qualcuno meno. I due esempi migliori sono Bologna e Milano, dove il partito democratico ha diviso equamente i generi: 50% donne e 50% uomini. A Milano il centro-sinistra ha anche optato per scelte simboliche: nella lista civica a sostegno di Pisapia le donne sono state inserite tutte nella prima metà della lista. Nessun reale vantaggio in termini elettorali, ma un chiaro messaggio. Tra i piccoli centri, Ravenna ha raggiunto i livelli dei due capoluoghi regionali. Un po' sotto la media si trovano invece Napoli e Cagliari.

Anche il terzo polo si è orientato nelle varie città seguendo l'indicazione generale arrivata dai vertici nazionali di Fli, Udc e Api. L'obiettivo era di inserire il numero più alto possibile di donne. A Milano e in qualche altra città l'obiettivo è stato raggiunto.

Cambiando fronte, anche nel Pdl l'indicazione è stata di arruolare il numero maggiore di donne. Questo invito si è tradotto con una quota intorno al 20% anche a Milano, la città che vede una donna, Letizia Moratti, come candidato sindaco. Tuttavia, il movimento la "Metà di tutto", che invita i candidati a inserire il maggior numero di donne possibili in politica e nei ruoli dirigenziali, ha deciso di sostenere la Moratti a Milano e Piero Fassino a Torino. Il perché di questa scelta bipartisan lo spiega la fondatrice Chicca Olivetti: «Noi chiediamo ai sindaci di introdurre politiche di welfare che aiutino materialmente le donne, non solo con enunciazioni che poi non hanno riscontro. E di solito questo avviene quando le donne sono numerose. È un circolo virtuoso».

In cinque anni di progressi ne sono stati fatti. Come rileva Andrea Di Sorte, presidente di Anci Giovani, che sottolinea come la presenza delle donne sia più significativa in due casi: tra i giovani e nei centri più piccoli. «La componente femminile diminuisce quando diminuiscono i giovani. Al di sotto dei 35 anni la presenza femminile ha già parametri rilevanti e sfiora il 30% - dice Di Sorte -. Poi c'è la questione delle dimensioni delle città: se sono più piccole le donne riescono a inserirsi meglio e ad avere più spazio».

Secondo l'Anci, su 125mila amministratori, le donne sono il 18,7 per cento. Le percentuali tendono a salire a Nord e a diminuire sotto Roma. Un po' di strada è stata fatta, ma ce n'è ancora molta da fare.

I numeri
L'INCREMENTO

Rispetto a 5 anni fa, le principali città italiane che si preparano alle elezioni amministrative vedono tra i candidati il 10-15% in più di presenza femminile
GLI AMMINISTRATORI
Le donne, su un totale di 125mila amministratori italiani, sono sotto il 20 per cento. La percentuale media sale nei piccoli centri e nel Nord
IL CENTRO-DESTRA
La coalizione di centro-destra vede mediamente una presenza femminile del 20% nelle grandi città italiane, il 10% in più di 5 anni fa
IL CENTRO-SINISTRA
La coalizione di centro-sinistra ha una presenza media femminile del 35%, con punte del 50% dentro il Pd di Bologna e di Milano. Le percentuale nel 2006 era del 20 per cento

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