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Questo articolo è stato pubblicato il 14 maggio 2011 alle ore 08:38.

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«È chiaro che nessuno può fare miracoli, ma vedo un Paese bloccato e la politica attenta a tutt'altro, a risse e contrapposizioni, che è l'opposto di ciò di cui questo Paese avrebbe bisogno». Alla vigilia dell'importante tornata elettorale amministrativa di domenica e lunedì il presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo torna "in campo" per stigmatizzare la politica del Governo Berlusconi. Il Paese è dunque «bloccato». Manca una «coraggiosa politica economica».

Mentre una politica «incapace di affrontare i problemi veri» è attenta solo alle sue «contrapposizioni». Montezemolo sceglie di non entrare nel merito delle questioni che animano il dibattito a poche ore dal voto, di tenersi lontano dalla mischia delle «risse». E punta dritto al nocciolo del problema: il Pil non cresce, non si creano risorse per gli investimenti, non si ha il coraggio di fare scelte. Ma di fronte all'immobilismo della politica non ci si può limitare alla critica: è giunta l'ora di «passare all'azione» ed «essere protagonisti del cambiamento».

Il presidente del think tank ItaliaFutura ha davanti a sè la platea del convegno nazionale dei Giovani imprenditori edili. E li sprona all'impegno e al «coraggio» nel loro mestiere: «Non si può delegare solo ad altri la crescita, il successo e l'immagine mondiale del nostro Paese», dice loro. Ma Montezemolo, come già altre volte negli ultimi mesi, si spinge oltre. E parla ai cittadini, in quanto «azionisti» del Paese: «Dobbiamo uscire da questa fase di denuncia e anche giusta lamentela, per passare all'azione ed essere protagonisti del cambiamento».

Del resto l'analisi che porta Montezemolo a un'impietosa stroncatura della classe politica è supportata dagli ultimi dati economici sulla crescita a rilento. Ma la crescita non la porta la cicogna», arriva solo se la si mette «al centro come programma, come impegno e come politica». Per raggiungere l'obiettivo ci sarebbe la necessità di liberalizzazioni, di concorrenza, di sciogliere i troppi «lacci e lacciuoli» della burocrazia. Si dovrebbe iniziare a «recuperare risorse per gli investimenti» partendo da un taglio alla spesa pubblica. Perché, dice con metafora automobilistica il presidente della Ferrari, «chiunque sia il pilota, con una macchina così costosa e pesante in futuro non si vince».

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