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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2011 alle ore 17:38.
L'ultima modifica è del 18 maggio 2011 alle ore 17:47.

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La linea del Terzo polo: nessun apparentamento per il voto a Milano e a NapoliLa linea del Terzo polo: nessun apparentamento per il voto a Milano e a Napoli

Libertà di scelta agli elettori in vista del secondo round delle amministrative. Il Terzo polo ai ballottaggi per le comunali nonfarà dunque alcun apparentamento né a Milano né a Napoli. Ad annunciarlo, in conferenza stampa a Montecitorio, i candidati terzopolisti Raimondo Pasquino e Manfredi Palmeri insieme ai leader di Udc, Fli e Api, Pier Ferdinando Casini, Gianfranco Fini e Francesco Rutelli. «Siamo determinanti al secondo turno - ha detto Pasquino - ma non siamo disposti ad alcun apparentamento né disposti a una situazione di sottogoverno. Il nostro programma sarà la stella polare e vogliamo che i candidati esprimano la loro condivisione».

La disamina di Fini: siamo solo all'inizio
Mani libere, dunque, come era già emerso ieri nel corso di alcuni incontri riservati e oggi l'ufficializzazione della linea. Insomma l'asse Casini-Fini-Rutelli si ricompatta in vista del secondo turno, per nulla turbato dalle performance non proprio entusiasmanti consegnate dalle urne. Gianfranco Fini, piuttosto defilato fino a questo momento, si limita a sottolineare che questo è solo l'inizio, un buon inizio dal loro punto di vista. «Il terzo polo ha mosso i suoi primi passi in queste elezioni amministrative e si sta organizzando».

ll pressing del Pdl nei confronti dei finiani e dell'Udc
I tre leader sanno però benissimo che le pressioni nei loro confronti andranno via via aumentando. Bersani spera che alla fine si schierino e il Pdl pure. Ma intanto gli uomini del Cavaliere provano a lavorare ai fianchi per provare a sedurre l'Udc o per intercettare i voti di coloro (leggi Adolfo Urso e Andrea Ronchi) che hanno già pronunciato il loro pubblico endorsement a favore dei candidati del centro-destra. Insomma, Fli è attraversato di nuovo da pesanti fibrillazioni ed è per questo che proprio Fini si incarica di rispedire al mittente qualsiasi progetto che miri a frantumare l'unità del nuovo asse. «Chiunque pensi di creare divisioni nel terzo polo, in questi ballottaggi o in parlamento dove i prossimi mesi si annunciano particolarmente interessanti, é meglio che cambi i piani».

Venerdì si riunisce l'assemblea nazionale di Fli
Il leader di Fli sembra rivolgersi proprio a Urso e Ronchi quando traccia la road map di Fli in vista del prossimo passaggio elettorale. «Italo Bocchino - annuncia Fini - ha giustamente convocato per venerdì mattina l'assemblea nazionale di Futuro e libertà che aprirà con una sua elazione. Questa sarà sottoposta all'assemblea che sarà chiamata appunto a ratificare la scelta del non appoggio esplicito a nessuno dei due candidati così come ha stabilito il Terzo polo. A quel punto - puntualizza il leader di Fli - la scelta sarà ratificata dalla maggioranza e diventerà vincolante per tutti». Nessun dirigente o rappresentante di Fli potrà dunque, in disaccordo con la linea stabilita dalla maggioranza del partito, sostenere apertamente qualche candidato.

Ronchi si dimette da presidente dell'assemblea di Fli
Proprio quello che invece vorrebbero fare Urso e Ronchi che anche oggi sono tornati a schierarsi a favore della Moratti a Milano e di Lettieri a Napoli e che sono pronti allo strappo definitivo. «Chiedo a noi e a chi ha una cultura riformista e moderata, personalmente di centrodestra, di scegliere sulla base di questa evidenza. Non buttiamo anche il bambino con l'acqua sporca - ha ribadito oggi l'ex viceministro dello Sviluppo -. L'acqua sporca sarebbe il berlusconismo, cioè l'alzare i toni e personalizzare lo scontro; il bambino il centrodestra che va rinnovato. Al secondo i cittadini decidono sulla base della consonanza delle proprie idee con i programmi del candidato». E proprio Ronchi, oggi, si è dimesso da presidente dell'assemblea nazionale, l'organismo statutario più importante del partito, convocato per venerdì mattina per ratificare la linea di Fli sui ballottaggi. Insomma i "dissidenti" non mollano ma a questo punto la partita è chiara: o si riallineano alle decisioni della maggioranza o, per dirla con le parole di uno dei "falchi" di Fli, Fabio Granata, «saranno fuori dal partito».

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