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Questo articolo è stato pubblicato il 24 maggio 2011 alle ore 22:14.
Chi sperava che la stretta di mano tra Letizia Moratti e Giuliano Pisapia sancisse una tregua forse resterà deluso. Lei torna a chiedere un confronto con lo sfidante. «Prima mi chieda scusa», dice l'avvocato scottato dall'attacco nel faccia a faccia su Sky quando il sindaco lo ha accusato di aver rubato un'auto negli anni '70 e di essere stato amnistiato, vicenda per la quale, invece, è stato assolto. Pisapia subito dopo ha annunciato querela per la Moratti.
E ora ha deciso la via giudiziaria anche per un'altra questione.
Domani presenterà un esposto alla Procura contro «una campagna organizzata di diffamazione» a base di finti zingari che girano per Milano distribuendo volantini falsi pro-Pisapia e uomini vestiti da operai che, in diversi quartieri, prendono delle misure dicendo che sono per costruire la nuova moschea.
I finti rom
La Procura di Milano (mercoledì 25 maggio, ndr) ha avviato l'indagine con l'ipotesi di reato di diffamazione sui finti rom. Nell'esposto vengono ipotizzati anche i reati di abuso della credulità popolare, sostituzione di persona e pubblicazione di notizie atte a turbare l'ordine pubblico. Il fascicolo è stato in un primo momento assegnato al procuratore aggunto di turno, NicolaCerrato, ma finirà per competenza al pubblico ministero Armando Spataro.
In questi giorni i due candidati sindaco continuano a inseguirsi negli incontri in città con milanesi e associazioni. Giuliano Pisapia è stato oggi pomeriggio alle Acli, domani sarà la volta di Moratti. Lavoro, giovani, donne, immigrati, casa e Expo i temi in primo piano.
La questione più spinosa per Pisapia davanti a una platea di cattolici è quella delle unioni di fatto. «Il mio progetto - dice il candidato del centrosinistra - è riconoscere una realtà esistente e non metterla sullo stesso piano della famiglia. Ma non me la sento di discriminare chi nasce da genitori non sposati». Il pubblico applaude, con Pisapia il feeling è buono. «Non so se siete voi ad aver copiato il mio programma o io ad aver ricalcato il vostro», dice lui. Che parla anche di donne per ribadire: saranno la metà della giunta e avranno assessorati di peso, sicuramente il personale, forse il bilancio, oltre alla carica di vicesindaco. Cita Martini («Chi è orfano della casa dei diritti difficilmente sarà figlio della casa dei doveri»), nessun riferimento invece al cardinale Dionigi Tettamanzi, difeso da Avvenire dopo le accuse de Il giornale in un editoriale del direttore Alessandro Sallusti. Tettamanzi, appoggiato anche da Roberto Formigoni, dice che gli attacchi non lo turbano. E su uno dei temi di maggiore polemica, la costruzione di una moschea nel capoluogo lombardo, arriva il pronunciamento della Cei. Il segretario generale mons. Mariano Crociata, spiega che la costruzione di una moschea è un diritto, anche se deve rispettare le regole. Una posizione sottolinea Pisapia, che è «da sempre» la sua. E davanti alle associazioni cristiane spiega che intende lavorare anche alla possibilità di dare il voto per i consigli di zona e per i referendum agli immigrati regolari «che hanno un lavoro e pagano le tasse», «un segnale di forte integrazione».
Letizia Moratti a cinque giorni dal ballottaggio ha riunito la giunta e ha ufficializzato il suo annuncio elettorale sulla sosta gratis per i residenti nel proprio quartiere all'interno della cerchia filoviaria e della cerchia dei bastioni. Il sindaco ha confermato che il 12 e 13 giugno voterà sì ai cinque referendum cittadini sull'ambiente anche se ha precisato che sul quesito che chiede di trasformare Ecopass in un pedaggio per tutti la sua personale posizione favorevole è difforme da quella che ha in quanto amministratore.
Resta sotto osservazione la Lega dopo che alcuni suoi militanti hanno confessato il voto disgiunto al primo turno, con la preferenza alla lista del Carroccio ma non a Letizia Moratti.
Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni aveva detto: «se vincerà, lavoreremo bene anche con Pisapia sindaco» e le sue dichiarazioni non erano piaciute al Carroccio. Eppure lo stesso concetto espresso dal governatore lombardo è stato poi ribadito da Matteo Salvini, europarlamentare leghista. Ma è lo stesso Salvini poi a precisare che la Lega è «impegnata a lavorare per il futuro di Milano» ed è «preoccupata dal programma pro-immigrati di Pisapia». Insomma il Carroccio, rilevazioni alla mano, sembra credere nella rimonta di Letizia Moratti.
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