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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2011 alle ore 11:16.
Una volta che il consiglio comunale si sarà insediato, e il sindaco vincitore avrà nominato i neo assessori, il bello dovrà ancora arrivare. La parte più delicata del nuovo corso, all'indomani di un possibile cambio di colore dentro Palazzo Marino, rischia infatti di essere lo spoil system che potrebbe riguardare oltre 200 figure professionali vicine al sindaco uscente, scelte sulla base di un rapporto fiduciario.
In caso di riconferma del centrodestra, molti manager dovrebbero venire riconfermati, mentre probabilmente sarà in bilico il team della campagna elettorale di Letizia Moratti, caratterizzata da qualche incidente di percorso. Paolo Glisenti, uomo con cui la Moratti vinse l'Expo nel 2008, tornato ora in pista a Milano su chiamata del sindaco uscente per tentare di recuperare la sconfitta del primo turno, in caso di vittoria del centrodestra potrebbe tornare a Palazzo Marino con un ruolo importante.
Diversa la storia con il centrosinistra. Prima di tutto le partecipate. Il Comune ha ad oggi la possibilità di nominare 44 persone. Se Giuliano Pisapia vincesse le elezioni amministrative, la tendenza generale sarà quella di rispettare la scadenza naturale dei cda, anche per farsi un'idea su obiettivi e organizzazione, e poi scegliere i nomi giusti al momento giusto. Le partecipate in senso stretto sono ovviamente le posizioni di maggior potere. A queste si dovrebbero inoltre aggiungere le 12 aziende, i 6 consorzi, i 2 enti, i 2 istituti e le circa 40 fondazioni, dove gli incaricati del Comune possono svolgere incarichi amministrativi ben remunerati ma dove si trovano anche cariche simboliche e di pura rappresentanza.
Per quanto riguarda le partecipate, come detto, si dovrebbe attendere la scadenza naturale (si legga articolo nella pagina a fianco). Tuttavia potrebbe esserci qualche eccezione. Ci sono partecipate in cui è probabile ipotizzare una successione repentina, come in Atm (al 100% di Palazzo Marino), il cui presidente Elio Catania è molto vicino a Letizia Moratti, e i cui consulenti sono scesi in campo in prima linea per organizzare la campagna elettorale del sindaco uscente.
Altro posto a rischio già nell'immediato è quello di Roberto Predolin, presidente di Milano Ristorazione. Godono invece di una certa simpatia anche nel mondo del centrosinistra Giuseppe Bonomi, presidente e direttore generale della Sea, e Giuseppe Sala, amministratore delegato di Expo. Tutte le partecipate, con Pisapia, potrebbero essere riunite in una holding e dirette da Alessandro Profumo, ex ad di Unicredit.
La rivoluzione più consistente, sebbene più silenziosa, dovrebbe avvenire all'interno delle mura di Palazzo Marino, dove si contano circa 170 direttori che, teoricamente, potrebbero essere sottoposti ad una verifica.
Tra queste, la figura più interessate è quella apicale del city manager (attualmente c'è Antonio Acerbo, già direttore del settore Urbanistica durante il mandato Moratti, il cui contratto è stato prolungato per l'estate). Si tratta di un professionista che deve lavorare a strettissimo contatto con sindaco e assessori, e proprio per questo è solitamente scelto personalmente dal primo cittadino. Diversa la questione per il segretario generale. Si tratta di un professionista che dipende dal ministero degli Interni, e che quindi non viene direttamente indicato dai Comuni.
La riorganizzazione della macchina comunale recentemente presentata da Pisapia dovrebbe prevedere qualche direttore in meno, considerando che gli assessorati (12 a partire da quest'anno e non più 16) dovrebbero venire raggruppati dentro 3 aree tematiche: istituzionale, economico, sociale.
Una delle questioni più delicate saranno le consulenze, da quelle più rilevanti (come il portavoce del sindaco) a quelle più occasionali e di minore entità economica. Complessivamente sono più di 350, e ogni 6 mesi circa vengono aggiornate. Difficile che vengano confermate tutte in caso di vittoria del centrosinistra. Forse rimarranno in piedi le collaborazioni più tecniche (da quelle urbanistiche a quelle legali e finanziarie), mentre quelle più di "opinione" su arte, comunicazione e cultura potrebbero finire qui. Anche qui, in generale, l'obiettivo dichiarato da Pisapia è quello di ridurre le collaborazioni esterne. Ma comunque, anche se il numero dovesse rimanere lo stesso, è facile ipotizzare che la nuova giunta vorrà scegliere altri professionisti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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