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Questo articolo è stato pubblicato il 15 aprile 2011 alle ore 10:48.
I tre punti
Tutti in fila per Pisapia. O, più precisamente, per promuovere alcune idee che, dicono i Cinquantuno, si sono perse durante il mandato Moratti.
Prima di tutto l'internazionalizzazione, cioè pensare a Milano come ad una "capitale globale", in grado di attrarre grazie ad una visione cosmopolita che va costruita migliorando le infrastrutture, l'ospitalità delle università, gli investimenti nei poli della moda e del design.
Secondo punto, l'ascolto dei cittadini, soprattutto nelle periferie e nelle "aree del bisogno", costruendo un dialogo con le tante associazioni esistenti, con il mondo del volontariato, con i movimenti ambientalisti e con le realtà religiose.
Terza questione, il piano di sviluppo della città: la nascita in forma sperimentale della città metropolitana; un ragionamento più ampio sugli 800mila city users della città, che ogni giorno si riversano qui per motivi di lavoro per poi ripartire la sera; il tentativo di far dialogare culture diverse, di sostenere l'integrazione degli immigrati che da sempre si riversano a Milano, di studiare nuove forme di politica sociale, ben diverse, dicono i Cinquantuno, dalla sola propaganda intorno al concetto di sicurezza; la valorizzazione del verde e il rispetto dell'ambiente.
Prove di alleanze allargate
L'idea del gruppo dei Cinquantuno viene fatta risalire al 26 febbraio, quando, durante la serata di Pisapia e Nichi Vendola al teatro dal Verme di Milano, Stefano Boeri parlò di imprese, Valerio Onida di legalità e Piero Bassetti di alleanze. Il movimento si ispira a quest'ultimo concetto, e lo promuove con le prime prove tecniche di dialogo allargato col Terzo polo.
La riflessione parte già dal nome, il 51%: se al ballottaggio il centrosinistra vuole incassare la maggioranza dei consensi dovrà pure allearsi con il centro, decisivo, evidentemente, in questa tornata elettorale. Tra i primi interlocutori del gruppo dei Cinquantuno c'è, non a caso, Carlo Scognamiglio, ex presidente del Senato, oggi vicino all'Udc, Fli e Api. Lo stesso Marco Vitale, che oggi ha aderito al movimento pro Pisapia, era inizialmente un sostenitore del Terzo polo nella speranza di vedere candidato Bruno Tabacci (a cui è stato preferito però Manfredi Palmeri).
Il tentativo di dialogo col centro deve proseguire, dicono i Cinquantuno. Soprattutto ora che anche da Roma arrivano dei segnali chiari. Basti pensare al leader dell'Udc Pierferdinando Casini, che due giorni fa ha dichiarato che probabilmente, al ballottaggio, Udc, Fli e Api non daranno indicazioni di voto ai propri elettori, lasciandoli liberi di scegliere tra il centrosinistra e il centrodestra.
L'idea di Bassetti è di ampliare il blocco politico a favore del cambiamento del governo della città, costruendo l'intesa tra più forze e partiti. E poi di riportare il dibattito sui temi della città, proprio ora che il centrodestra, con Berlusconi come capolista del Pdl cittadino, "sposterà" dentro la campagna elettorale di Milano i problemi del paese.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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