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Questo articolo è stato pubblicato il 15 aprile 2011 alle ore 14:47.
Il "terzo in comodo" che probabilmente farà la differenza, sarà cioè determinante per la vittoria dell'una o dell'altro è Manfredi Palmeri, candidato del Polo della Nazione. Consigliere a Palazzo Marino da 10 anni e presidente del consiglio comunale da 5, ha scelto Futuro e libertà dopo una carriera in Forza Italia, a Milano era considerato tra i giovani azzurri più vicini a Silvio Berlusconi. Fra lui e la sindaca non corre buon sangue e la tensione con la campagna elettorale è cresciuta. Lui l'ha attaccata in particolare su Expo («una vicenda che sta finendo malissimo») e sulla campagna di affissioni («imbarazzante»).
A Bologna è la Lega a giocare d'attacco. Il Carroccio è riuscito a spuntarla sul Pdl per la scelta del candidato di centrodestra. A correre per la poltrona di primo cittadino è Manes Bernardini. Che già fa la voce dello sceriffo: «Quando sarò sindaco - ha annunciato - terrò per me la delega alla sicurezza. Sarà io a venire in strada, con voi, a vedere come risolvere i problemi». Del resto «il sindaco sceriffo Bologna l'ha già avuto», dice Bernardini: «era Cofferati. L'avevano chiamato così, però aveva la stella di latta, quello era il problema».
Il centrosinsitra prova a lasciarsi alle spalle l'affaire DelBono (lo scandalo su rimborsi spese e viaggi con l'ex fidanzata Cinzia Cracchi) e dopo la rinuncia di Maurizio Cevenini per problemi di salute punta su Virginio Merola, ex assessore nella giunta Cofferati. Lui tenta di smarcarsi dalle logiche partitiche e annuncia che in caso di vittoria sceglierà la sua giunta solo in base a meriti e competenze, poi promette che nella sua squadra ci sarà il 50% di donne. Dice che non si può «vivere di ricordi», perché «inevitabilmente invecchiano» e che per costruire il futuro di Bologna bisogna «lasciarsi alle spalle un po' del suo passato glorioso ma ingombrante».
Stefano Aldrovandi è il candidato del terzo polo, ma a lui guarda con attenzione anche una parte del Pdl. Manager e imprenditore, ha deciso di candidarsi perché crede «si possano rimettere a posto le cose, superando gli schemi tradizionali e rigidi della politica e schierando le migliori competenze di ogni settore». Per far ripartire Bologna propone una grande alleanza fra comune, cittadini, associazioni, imprese e banche. Punta ad aprire al settore privato, «impiegando la creatività e l'entusiasmo dei tanti, grandi e soprattutto piccoli, che hanno voglia di fare».
A Napoli se ne va Rosa Russo Iervolino, al termine dei mandati.
Le primarie sono state vinte dal bassoliniano Andrea Cozzolino, che ha poi rinunciato per contestazioni e sospetti brogli. Il partito è stato commissariato da Andrea Orlando e ora corre per la poltrona di primo cittadino il prefetto Mario Morcone, candidato di Pd, Sel, Socialisti e Verdi.
Morcone ha già preso le distanze dall'ultimo governo cittadino: «La vergogna della passata amministrazione - ha detto - è stato il trasformismo, i cambi di casacche all'interno del Consiglio comunale di Napoli». E alla luce di tutti questi cambiamenti di partito auspica «un rinnovamento profondo della classe dirigente, anche nel centrodestra» e dice di non avere dubbi: «Il Pd non intende mollare la guida di questa città».
Fuori dalla coalizione Italia dei Valori che punta su Luigi De Magistris.
Alla sua lista civica ha aderito anche Arnaldo Maurino, della direzione provinciale di Sel, (che ha scelto però come partito di sostenere Morcone insieme al Pd). «Con la scelta di Maurino e degli altri amici di Sel si aggiunge un ulteriore segmento di entusiasmo», ha sostenuto l'ex pm. Il quale si è detto «amareggiato per la decisione pilatesca di Nichi (Vendola, ndr) che ha preferito l'abbraccio nazionale col Pd». In ogni caso, é la riflessione di De Magistris, «abbiamo già ottenuto un risultato: la rottura degli equilibri perché si é riattivato un desiderio di partecipazione per il cambiamento».
Il candidato del Pdl è Gianni Lettieri, industriale, ex presidente di Confindustria Napoli. Sostenuto anche dal Partito repubblicano, promette che «tra 5 anni Napoli dovrà essere la città dove ogni napoletano, ogni ragazzo o ragazza vorrà vivere, lavorare, studiare, crescere e crearsi una famiglia». 72 i punti del suo programma, che preferisce chiamare azioni, «perché sono cose concrete che faremo davvero per far diventare Napoli meno faticosa, meravigliosa, vincente».
Raimondo Pasquino, rettore dell'università, corre per il terzo polo. «Stiamo lavorando alla formazione di liste aperte al mondo professionale, giovanile, sociale e culturale, con personalità che contribuiranno a dare una svolta alla città», ha annunciato. Fli ha stilato il protocollo etico di legalità per la città di Napoli, perché, ha precisato Pasquino, «nelle attività comunali vorremmo che non ci fossero persone che hanno problemi con la giustizia». Il rettore si è detto meravigliato «che gli altri candidati non abbiamo ancora dato la loro adesione a questo documento».
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