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Questo articolo è stato pubblicato il 04 maggio 2011 alle ore 11:52.
Razionalizzare e snellire la macchina pubblica, valutare la funzione strategica delle partecipate comunali, rispettare le aree verdi della città, cercare di integrare gli italiani con gli stranieri, valorizzare le competenze dell'universo femminile. Su questo, più o meno, tutti i candidati sindaco sono d'accordo. Le differenze stanno nelle sfumature.
Qualcuna di queste è particolarmente interessante. Ad esempio, la visione delle partecipate ribalta il luogo comune che il centrodestra sia "liberista" e il centrosinistra "statalista". A Milano parrebbe il contrario. Per Letizia Moratti, candidata del centrodestra, non si parla ad oggi di cedere nessuna delle partecipate comunali, ma è sufficiente quanto è stato già fatto su Sea (verso la quotazione in Borsa) e Serravalle (la cui quota comunale verrà ceduta nel corso dell'anno). Per Giuliano Pisapia, candidato del centrosinistra, va tenuto solo ciò che è strategico per la città e riunito sotto il controllo di una superholding, mentre il resto va collocato sul mercato.
A testimoniare che la politica non sempre è lineare, è proprio la holding delle partecipate: ideata da Giuseppe Sala ai tempi in cui ricopriva il ruolo di city manager durante il mandato Moratti, da qualche mese è entrata a far parte del programma del centrosinistra, ma non in quello del centrodestra. A favore di una holding anche Manfredi Palmeri, candidato del terzo polo, che però aggiunge in chiave critica contro la passata amministrazione: «la vendita di Sea e Serravalle non porterà valore aggiunto in termini di investimenti ma solo sulla parte corrente del bilancio, ed è la prima volta che succede».
Nemmeno per gli anticonformisti grillini le partecipate sono tutte da buttare, anzi: cedere solo le attività non legate a servizi pubblici, e comunque non prima di aver consultato lavoratori e cittadini. Anche questa è una piccola sorpresa: la concertazione, sebbene non venga definita così, torna spesso nel movimento 5 Stelle. Per il loro candidato sindaco Mattia Calise, anche la riduzione dei costi e il risparmio dentro il comune vanno messi a punto attraverso una «consultazione capillare fra i dipendenti e collaboratori, soprattutto quelli con qualifiche basse, non soggette allo spoil system, e i più anziani, che possono condividere molte esperienze».
Il Sole 24 Ore Lombardia ha posto ai 4 principali candidati sindaco alle amministrative di Milano cinque domande di economia cittadina, più una domanda sulla visione delle quote rosa. Le differenze riguardano soprattutto la gestione della macchina comunale. Oltre alle partecipate, c'è il taglio dei costi e lo snellimento delle funzioni amministrative. Per Pisapia bisognerebbe seguire il modello di Genova, ovvero un bilancio redatto per progetti e non per assessorati, oltre ad un accorpamento di settori omogenei. Per la Moratti, il percorso di riunificazione di servizi è già iniziato col suo mandato. Per Palmeri la questione sta essenzialmente nella riduzione delle consulenze.
Quanto ai progetti per l'Expo, tutti dicono che il progetto dell'Orto botanico andrebbe sostanzialmente salvato, anche se Palmeri precisa che solo a condizione che sia «sostenibile dal punto di vista economico e ambientale». Per tutti è necessario garantire alla città un'area verde una volta chiusi i lavori dell'evento internazionale; per la Moratti bisogna addirittura continuare a sperimentare le forme di agricoltura mondiale dentro le serre anche dopo la manifestazione.
La Moratti, infine, dice di essere a favore delle quote rosa: «prima ero contraria ma ho cambiato idea». Anche per Palmeri vanno «introdotte subito». Per gli altri il problema esiste ma non in termini di quote: il punto è la meritocrazia e l'apertura alle competenze femminili, che non devono essere penalizzate ma nemmeno favorite in quanto tali.
IN MUNICIPIO
Lo snellimento. Ridurre gli sprechi dell'amministrazione è un concetto che tutti i candidati inseriscono nel programma. Per la Moratti siamo già a buon punto, per Pisapia si dovrebbe ricorrere ad una finanza organizzata per progetti, per Palmeri bisogna ridurre le consulenze e per Calise si devono trovare soluzioni condivise con i dipendenti
Il Pgt. Il Piano di governo del territorio per tutti dovrebbe valorizzare il verde e l'interesse pubblico. La cementificazione va ridotta. Solo per Calise il Pgt andrebbe azzerato e riscritto da capo. Per Pisapia in particolare bisogna costruire per il settore dell'housing sociale
L'Expo. L'Orto botanico può essere salvato da tutti. Per la Moratti il progetto delle serre deve rimanere in piedi anche dopo l'Expo. Per Palmeri bisogna stare attenti che sia sostenibile
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