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Questo articolo è stato pubblicato il 11 maggio 2011 alle ore 10:30.
Verdi a rischio estinzione. È una delle possibili conseguenze delle prossime elezioni amministrative di Milano. Il mix fatale per gli ecologisti milanesi, rappresentati a Palazzo Marino negli ultimi 5 anni da Enrico Fedrighini (nel partito dai primi anni Novanta), dipende da due fattori: la riduzione dei posti in consiglio comunale, che passano con il prossimo mandato da 60 a 48, e la dispersione del voto.
A cui si aggiunge un altro elemento di disorientamento per l'elettorato: la nascita di Sel, acronimo che nasconde anche la parola "ecologia", oltre a "sinistra" e "libertà". Il risultato è che per i prossimi 5 anni il Comune di Milano rischia di non avere nessun rappresentante dello storico partito ambientalista.
Le forze in campo che hanno dichiarato di battersi per garantire più verde e aria più pulita sono sotanzialmente tre: i Verdi ecologisti per Milano, la lista civica dell'A rancia di Milly Moratti, la lista civica Milano migliore di Edoardo Croci. I primi due raggruppamenti sostengono il centrosinistra di Giuliano Pisapia, il terzo il centrodestra di Letizia Moratti.
Tutti e tre hanno una battaglia che li caratterizza: i Verdi, rappresentati dal loro capolista Fedrighini, puntano soprattutto sul risparmio energetico e sull'investimento nella green economy oltre che sul potenziamento dei mezzi pubblici; Milly Moratti monitora la cementificazione aggressiva (da qui la sua battaglia al Pgt, con conseguente ricorso al Tar, di cui però sapremo gli esiti solo dopo le elezioni); Edoardo Crodi, uomo che ha introdotto l'Ecopass, continua a fare la sua guerra al traffico privato. E speriamo con più fortuna di qualche anno fa, visto che sull'altare del blocco alle auto ha dovuto sacrificare il suo posto da assessore: l'Ecopass è stato introdotto, ma dopo lunghe contestazioni da parte delle categorie professionali alla fine ha dovuto lasciare la giunta. Quest'anno ci riprova, sempre a sostegno di Letizia Moratti, con una sua lista che ha come simbolo una mela. Verde, appunto.
Milly Moratti, invece, cognata del candidato sindaco di centrodestra, ha da sempre una vocazione speciale per l'edilizia. O meglio, per il controllo delle costruzioni. La moglie del patron dell'Inter si occupa di urbanistica e ecologia da una decina di anni e, sottolinea, «ora vale la pena continuare, soprattutto in questa fase così delicata per Milano, dopo l'approvazione di un pericoloso Piano di governo del territorio che potrebbe portare ad una cementificazione aggressiva».
Milly Moratti si presentò come candidato sindaco alle amministrative del 2001, e durante il suo esordio fu sostenuta proprio dai Verdi. Così, con un 4,2%, entrò di diritto in consiglio comunale, insieme al consigliere Maurizio Baruffi, poi approdato dal 2006 nelle fila del Partito democratico. Nel 2006 Milly ci riprova: non come candidato sindaco ma sostenendo con una sua lista civica il centrosinistra di Bruno Ferrante. I voti crescono, e con il 7,5% passarono in 4: la capolista Milly, Davide Corritore, Raffaele Grassi e Carlo Montalbetti. I tre compagni di lista hanno poi preso ognuno la propria strada, inseguendo una diversa vocazione politica. Ma Milly Moratti è ancora qui che ci riprova da sola anche quest'anno, con la sua lista dell'Arancia.
Poi c'è Fedrighini, il Verde per eccellenza, già consigliere provinciale del partito dal '95 al '99, che alle sue battaglie ecologiste unisce una visione da liberal. «La fase ideologica è sepolta, noi ci ispiriamo ai Verdi europei», sottolinea Fedrighini. Per lui l'Ecopass ha un senso se verrà esteso, come avvenuto a Londra con la congestion charge; il bike sharing va potenziato, così come il trasporto pubblico, a partire dalle metro; l'housing sociale va realizzato anche per ridurre il pendolarismo obbligato; il tunnel sotto la città, proposto dal centrodestra, va invece impedito, e non solo perché aumenta il flusso delle auto, ma principalmente perché non c'è un progetto chiaro, di integrazione con la mobilità cittadina. Solo con un piano ben delineato potrà essere preso in considerazione.
La vera madre degli investimenti comunali, per Fedrighini, dovrebbe essere la lotta all'inquinamento da riscaldamento: «Pensiamo a 700mila metri quadrati di pannelli solari sopra le scuole, o addirittura sopra tutti gli edifici pubblici - dice - Il costo, di 400 milioni, potrebbe essere ammortizzato in 10 anni. In questo modo si potrebbero riscaldare 200mila persone». Quanto alle imprese, «la nostra idea è di agevolare fiscalmente quelle che raggiungono parametri di sostenibilità», aggiunge.
In base ai dati resi noti dalla società Swg prima del 30 aprile, le potenzialità di ciascuna lista si è fortemente assottigliata. Un po' per la concorrenza, un po' perché i posti, come detto, sono pochi. La percentuale di consenso potrebbe addirittura impedire a tutti e tre di conquistare anche solo un posto.
Tra le tre forze in campo si è quindi aperta una battaglia sotterranea per l'accaparramento delle preferenze. Ma il rischio, molto concreto, è che nessuna delle tre ce la faccia, e che quindi nessuna forza ambientalista venga rappresentata a Palazzo Marino durante i prossimi cinque anni.
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