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Questo articolo è stato pubblicato il 12 maggio 2011 alle ore 18:03.

Dopo quello di Letizia Moratti un nuovo attacco al candidato del centrosinistra per l'elezione del sindaco di Milano arriva direttamente dal presidente del Consiglio. Silvio Berlusconi dice: «Pisapia ha un passato estremista. Mi sembra paradossale che ci sia qualcuno che voglia ancora rifondare l'ideologia più criminale e disumana della storia dell'uomo che è il comunismo».
Il premier prosegue: «Il sorriso dolce del candidato sui cartelloni non ha certamente ingannato i milanesi che sanno guardare nella storia delle persone e che quindi saranno ancora più convinti, questa volta rispetto all'altra, di volere per Milano un governo del fare come quello nostro, come quello di Letizia Moratti». Pisapia «non può dolersi per qualunque cosa ci sia stata» secondo Berlusconi, che ricorda le «trenta accuse che hanno provocato trenta processi» a suo carico (del premier, ndr), «ventiquattro processi - dice - sono già ultimati, e i colleghi dei pubblici ministeri che sono dei giudici mi hanno assolto da tutte le accuse».
Giuliano Pisapia non tarda a rispondere: «Io ho rinunciato ad una amnistia per affrontare un giudizio di merito ed essere assolto con formula piena per non avere commesso il fatto, Berlusconi ha beneficiato dell'amnistia». Per Pisapia il presidente del Consiglio «continua a mistificare la realtà sostenendo che sono stato condannato: questo non è mai accaduto e Berlusconi che se ne intende di condanne e amnistie dovrebbe saperlo bene». Il candidato sindaco del centrosinistra dice di non comprendere «più la differenza tra la Moratti, Berlusconi e Roberto Lassini. Hanno lo stesso linguaggio, usano le stesse false dichiarazioni e anche i manifesti falsi».
Con le dichiarazioni su Pisapia il presidente del Consiglio conferma la strategia offensiva, anzi rafforza l'iniziativa di Letizia Moratti. Il sindaco ha attacco duramente il suo rivale nel faccia a faccia di Sky Tg 24, citando una vecchia vicenda e parte di una sentenza di primo grado della corte d'Assise, ma tralasciando il responso dell'appello che assolveva l'avvocato con formula piena. Il premier ha difeso il sindaco di Milano: «Ogni tanto è giusto che anche Letizia tiri fuori le unghie».
Lei ha riconfermato tutto quello che ha detto e ha ringraziato «moltissimo Berlusconi per la sua solidarietà». Il sindaco è tornato ad attaccare il rivale: «Giuliano Pisapia - ha detto - non ha mai preso le distanze da atti violenti, che si sono verificati anche di recente, dagli scioperi selvaggi e dalle occupazioni dei centri sociali in immobili comunali».
Giuliano Pisapia ha ribattuto: «Letizia Moratti, dichiarandosi moderata ma risultando estremista insiste nella sue bugie e nella sua campagna diffamatoria, aggiungendo falsità a falsità, delle quali risponderà davanti all'autorità giudiziaria». L'avvocato ha annunciato di aver ricevuto «solidarietà e consenso da parte di tante persone realmente moderate. Anche di chi magari aveva qualche indecisione». Alcune vittime del terrorismo, racconta, «tra cui i figli di Vittorio Bachelet, di Walter Tobagi e di Guido Rossa mi hanno espresso in queste ore la loro solidarietà».
Per Pisapia «Letizia Moratti non è degna di fare il sindaco di Milano: mentire sulle vicende personali di giustizia (tra la parola "amnistiato" e la parola "assolto con formula piena" c'è una differenza abissale) è grave per un sindaco in carica che potrebbe usare, per convenienza, lo stesso metodo in altri frangenti». Dunque secondo l'avvocato Moratti «avrebbe fatto meglio a chiedere scusa, come le hanno consigliato tante persone non certo a me politicamente vicine». E tra queste il candidato sindaco del centrosinistra ricorda Maurizio Lupi, «che come me è stato allievo di don Giussani. Lei ha perso la testa, noi non perderemo la calma».
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