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Questo articolo è stato pubblicato il 17 maggio 2011 alle ore 16:00.

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Letizia Moratti (Lapresse)Letizia Moratti (Lapresse)

A MIlano la débâcle è evidente: Letizia Moratti dietro, inaspettatamente, l'avvocato di Sel, Giuliano Pisapia. Anche a causa del mancato traino di Silvio Berlusconi che non ripete l'exploit di preferenze del 2006 e si ferma a 28mila voti. Così i volti lividi dello stato maggiore del Pdl in conferenza stampa parlano più di tante dichiarazioni. E Denis Verdini, abituato ad andare subito al sodo, lo dice senza troppi giri di parole. «Ci aspettavamo questo risultato ma ribaltato a nostro favore. Ci aspettavamo che il risultato di Pisapia fosse quello della Moratti. L'attenzione su Milano ha distratto un po' dagli altri risultati il Pdl in totale ha ottenuto il 26% il Pd 21%».

Verdini: c'è stato un sostanziale pareggio. Bersani: rido di gusto
Eccola qui la decodifica essenziale del voto di ieri: nessuno nel Pdl aveva messo in conto questa classifica con la Moratti costretta a inseguire e un ballottaggio dall'esito tutt'altro che scontato. E poco importa se poi, come chiarisce ancora il coordinatore del Pdl, «a parte e le grandi città, nel resto dei comuni sopra i 15mila abitanti - capoluoghi compresi - si è registrato quasi un sostanziale pareggio. Nei 29 Comuni capoluogo i dati totali parlano di "Pdl al 26,5%, Pd 21%, Udc al 5,5%, Fli 1,35%, Api 0,76% e Lega 5,2%». Ma Pierluigi Bersani, segretario del Pd, ha già pronta la replica. «Ieri non sorridevo per rispetto al loro dolore, ma visto che oggi dicono che pareggiano rido, rido di gusto. Il Pdl prende una scoppola micidiale. Una botta che non solo non viene compensata dalla Lega, ma vede la stessa Lega andare in difficoltà, nettamente in difficoltà e arretra in luoghi significativi in tutto il Nord».

Il messaggio all'Udc: vince se si allea con noi
Le sfide principali, però, sono andate a finire nel modo peggiore, che nessuno davvero aveva messo in conto. Ecco perché dal Pdl parte subito il corteggiamento al terzo polo e a quel 5,51% racimolato da Manfredi Palmeri che sarebbe ossigeno puro per la risalita di Letizia Moratti. Il Terzo polo, dice Verdini, in alcuni casi «è diventato quarto polo». «Quando l'Udc si allea con noi vince, se va da sola va sotto, ma quando va con la sinistra perde». E comunque, avverte Verdini, non ci saranno passi indietro. «Io non sono abituato a dare le dimissioni», replica il coordinatore del Pdl a chi ventila questa possibilità visto l'esito negativo del voto di ieri.

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