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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2011 alle ore 10:49.
Esclude «categoricamente» una crisi di governo qualunque sia l'esito del voto amministrativo, e fa intendere che non vuole mollare almeno fino a quando non saranno varate le riforme, a cominciare da quella sulla giustizia che, come ha detto a livello internazionale al G8 di Deauville, avrebbe prodotto nel nostro paese una sorta di 'dittatura delle toghe'. Poi vola a Napoli per chiudere la campagna elettorale di Gianni Lettieri. Silvio Berlusconi avverte: se il centrodestra non ce la farà a Milano e Napoli non cambia niente per l'esecutivo, si andrà avanti comunque.
A Napoli il premier, ieri sera, si è sottoposto prima ad una raffica di interviste alle emittenti locali poi si è recato a piazza del Plebiscito per assistere al concerto di Gigi D'Alessio (con il quale ha cantato anche o 'surdato 'nnammurato') a sostegno di Lettieri.
Silvio Berlusconi ai napoletani ha ribadito lo stop alle ruspe, assicurando che sta «per essere varato il provvedimento per fermare gli abbattimenti fino alla fine dell'anno». Ha ripetuto che i cittadini partenopei non pagheranno la tassa sui rifiuti finchè ci sarà in città un solo sacchetto della spazzatura per strada. Poi ha sdrammatizzato tensioni e polemiche con la Lega sui ministeri, facendo presente che quanto accade è solo frutto del clima elettorale e che quindi passata questa parentesi tutto rientrerà, anche le intemperanze del Carroccio. E ha contestato l'idea di una Italia povera e che arranca: «La crisi non è finita - ha detto - ma l'Italia si è lasciata alle spalle il picco più alto meglio degli altri Paesi».
Quanto a Gianni Lettieri, il presidente del Consiglio è convinto che ce la farà: «Se non farà quello che ha promesso, fra un anno veniamo qui e lo prendiamo a calci». Poi, prima di lasciare la città, una promessa: il Milan non acquisterà il beniamino dei tifosi partenopei, il calciatore Hamsik. Su questo annuncio è arrivato l'unico convinto boato di approvazione. In piazza del Plebiscito l'atmosfera era diversa dal solito, ci sono stati applausi ma anche fischi e 'buu' appena il leader Pdl è salito sul palco.
Pochi metri più in là Luigi De Magistri in chiusura della campagna elettorale nella manifestazione a palazzo San Giacomo ha promesso una Napoli liberata dalla camorra e dalla spazzatura, una città dove Roberto Saviano potrà tornare e circolare libero senza scorta e senza paura. Il candidato di centrosinistra ha ripetuto che se dovesse vincere, metà della sua giunta sarà rosa.
La giornata era iniziata tra le tensioni con l'accusa del suo avversario Gianni Lettieri che lo ha moralmente incolpato dell'incendio divampato nella notte nel suo comitato elettorale: «Non rispondo ad altre provocazioni - è stata la replica di De Magistris - Lettieri sta cercando, con tutte le sue forze, di inquinare una campagna elettorale bellissima, ma io non mi fermo». E ha annunciato «un esposto alla Procura per ricostruire chi ha alimentato la strategia della tensione e segnalare i casi di tentativi di acquisto di voti da parte di ambienti che stanno sostenendo Lettieri». Il candidato di centrodestra, ha sottolineato l'ex pm, «non ha mai usato la parola camorra in campagna elettorale e non ha mai spiegato perché si fa accompagnare come un bambino da Nicola Cosentino».
La denuncia di voto di scambio e di pressioni della camorra nella campagna elettorale a Napoli è arrivata praticamente da tutti gli esponenti dei partiti saliti sul palco ieri sera a sostegno di De Magistris: il leader di Sel, Nichi Vendola, il leader di Idv, Antonio Di Pietro, il leader del Prc, Paolo Ferrero, il presidente dei Verdi Angelo Bonelli e, per il Pd, il senatore Ignazio Marino.
Tra le esibizioni di Teresa De Sio e 99 Posse e i videomessaggi di Renzo Arbore e Luca Zingaretti, alla rotonda Diaz c'era un'atmosfera di festa e di vittoria.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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