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Questo articolo è stato pubblicato il 19 aprile 2011 alle ore 16:41.

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Il Pdl scarica Lassini e la Moratti lancia l'ultimatum: la mia candidatura incompatibile alla sua in lista. Nella foto Roberto Lassini (Ansa)Il Pdl scarica Lassini e la Moratti lancia l'ultimatum: la mia candidatura incompatibile alla sua in lista. Nella foto Roberto Lassini (Ansa)

Il giorno dopo l'intervento sdegnato del presidente della Repubblica, Napolitano, il Pdl scarica Roberto Lassini, l'autore dei manifesti «via le Br dalla procure», già sindaco democristiano di Turbigo e presidente dell'associazione «Dalla parte della Democrazia» e candidato alle comunali di Milano per il partito. Mario Mantovani, coordinatore lombardo del partito ha preso carta e penna e ha scritto a Lassini chiedendo ufficialmente il ritiro della sua candidatura presso la segreteria del Comune di Milano. Pressing che ha prodotto il suo risultato in serata: «Rinuncerò alla campagna elettorale», ha dichiarato l'interessato. Lassini ha anche deciso di scrivere una lettera di scuse a Napolitano dalle cui parole è stato «profondamente colpito».

Schifani prende le distanze
Martedì mattine nello stesso momento in cui veniva diffusa la lettera di Mantovani, Renato Schifani, esortava il Pdl a prendere ufficialmente le distanze da questo candidato. Il presidente del Senato ha sollecitato «gesti concreti per fare in modo che i toni si abbassino e siano marginalizzate e condannate senza se e senza mà queste iniziative». In una precedente telefonata con Luca Palamara, presidente dell'Anm, Schifani aveva ribadito la sua indignazione «per questi manifesti orribili e orrendi» e confermato piena solidarietà a lui e a tutta la magistratura.

La lettera di Mantovani
«Egr. Avv. Roberto Lassini, il clamore suscitato dai manifesti "Via le BR dalle Procure" impone una riflessione politica. Comprendiamo il profondo disagio per aver subito, da innocente - gli ha scritto Mantovani -, una dolorosa carcerazione preventiva, che ha avuto gravi conseguenze sulla sua vita familiare e professionale. Sappiamo d'altra parte che la stessa drammatica esperienza ha colpito altri cittadini italiani, che giustamente ora desiderano, come lei, impegnarsi per una legittima battaglia di civiltà. Apprezziamo altresì la sensibilità dimostrata in questi giorni, avendo lei chiarito in numerose sedi il senso della sua iniziativa provocatoria, anche rappresentando pubbliche scuse nei confronti dei familiari delle vittime e di quanti si fossero sentiti offesi».

«Lei certamente sa come nel nostro Paese, prima Forza Italia ed ora il Popolo della Libertà da anni si impegnano, a fianco del Presidente Berlusconi, per attuare una vera riforma della giustizia a favore dei cittadini - ha aggiunto il coordinatore -. Ma quella da lei intrapresa non è la strada giusta e la provocazione da lei promossa, facendo riferimento alle Br, risulta essere inaccettabile e pertanto da respingere fermamente: noi siamo per la libertà e per il rispetto assoluto della persona e riteniamo che sia il confronto democratico l'unica sede per far vincere le nostre idee e realizzare le nostre speranze».

Da qui la richiesta di Mantovani: «Sono certo che anche lei concorderà con questa tesi e per questo sono a chiederle ufficialmente il ritiro della sua candidatura presso la Segreteria del Comune di Milano».

Ultimatum della Moratti
Letizia Moratti, sindaco di Milano in corsa per la rielezione, aveva posto l'aut aut, definendo la sua «candidatura a sindaco incompatibile con la presenza di Roberto Lassini nella lista del Pdl». Una presa di posizione politica ma inefficace visto che comunque Lassini non avrebbe potuto essre cancellato dalla lista già presentata. Lassini, che ha promosso l'affissione negli spazi riservati alla campagna elettorale dei manifesti anti-magistrati, à stato iscritto nel registro degli indagati aperto dalla Procura di Milano per l'ipotesi di vilipendio dell'ordine giudiziario.

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