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Questo articolo è stato pubblicato il 19 maggio 2011 alle ore 08:07.

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Il confronto Moratti-Pisapia tra fisco agevolato ed Expo bond. In gioco il rilancio dell'economia cittadinaIl confronto Moratti-Pisapia tra fisco agevolato ed Expo bond. In gioco il rilancio dell'economia cittadina

MILANO. Al di là delle polemiche, i programmi. I due candidati sindaci di Milano, Giuliano Pisapia e Letizia Moratti, hanno elaborato da mesi una loro visione della città, con elementi di conservazione e di novità in entrambi i casi. E con questi si preparano al confronto per il ballottaggio del 29 e 30 maggio. Il centrodestra della Moratti ha puntato molto sui risultati raggiunti durante il suo mandato, sottolineando di voler portare a termine il lavoro avviato: dalle metro all'Expo, dalla riduzione dei costi di Palazzo Marino alla sicurezza nei quartieri. Pisapia ha invece aggiunto alcuni elementi di novità pur non avendo intenzione di stravolgere quanto già fatto durante il precedente mandato: valorizzazione delle imprese tecnologicamente più avanzate, wi-fi gratis in tutta la città, la nascita di un registro delle convivenze e la realizzazione di un centro di cultura islamica che punti all'integrazione.

Per entrambi, sotto il profilo economico, una proposta innovativa. Per la Moratti a Milano dovrà nascere una sorta di "free-zone", caratterizzata da una fiscalità agevolata per le imprese, progetto da elaborare con la collaborazione (e l'autorizzazione) del Governo. Per Pisapia il Comune dovrà emettere un Expo bond, cioè un'obbligazione, da almeno 100 milioni, da collocare nei Paesi interessati alla manifestazione. I temi che in questi giorni inaspriranno il confronto saranno tuttavia quelli sociali. Il programma della Moratti prevede un rigido controllo della clandestinità, il no alla costruzione di centri religiosi come le moschee, il sostegno alla famiglia tradizionale. Per Pisapia l'integrazione, soprattutto con i musulmani, può essere facilitata dalla costruzione di un centro religioso, con luoghi sia per la preghiera che per lo scambio interculturale; per quanto riguarda la famiglia, Pisapia pensa di istituire un registro delle convivenze "affettive".

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