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Questo articolo è stato pubblicato il 07 agosto 2013 alle ore 06:48.

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Sono i clienti europei che valgono il 75% del fatturato, la necessità di garantire un servizio costante e la stagionalità del confezionamento a imporre all'azienda piacentina di packaging flessibile Safta Spa di lavorare senza sosta tutto l'anno. «Siamo e lavoriamo in Europa, non più in Italia», è il dato di fatto da cui parte l'analisi del direttore generale Massimo Ratti. E ricorda: «Quando sono entrato in azienda dieci anni fa si faceva ancora la classica fermata di tre settimane. Già dopo un paio di anni siamo scesi a due settimane ed è da almeno un lustro che non ci si ferma più in estate, se non per pochi giorni a Ferragosto, giusto il tempo di un fermo per le manutenzioni».

Safta è un marchio storico nel mondo dell'imballaggio flessibile in particolare per i laminati multistrato e le soluzioni di packaging tailor-made – dai sacchetti di detersivo alle buste di mozzarella fino ai nuovi pack squeezable – e dal 2002 è parte della holding alessandrina Guala. Una data che ha segnato l'accelerazione del processo di "internazionalizzazione" di Safta anche sul fronte della gestione ferie, di pari passo a un piano di sviluppo che ha iniettato 60 milioni di risorse in azienda per lo sviluppo tecnologico e qualitativo. Un decennio che ha visto il fatturato dell'azienda piacentina passare da 78 a 112 milioni di euro, con una redditività quasi triplicata e 130 nuove assunzioni. «Oggi in azienda abbiamo 310 dipendenti e un'altra settantina di collaboratori tra logistica e servizi – precisa Ratti – e grazie a una pianificazione anticipata già a inizio anno riusciamo a far combaciare le esigenze dei singoli con quelle dell'azienda. Non è stato facile all'inizio, ma è questione più di abitudine che di buoni rapporti sindacali, che per altro ci sono».

Il grosso delle ferie si smaltisce in quattro mesi, tra giugno e settembre, garantendo la copertura dei picchi produttivi estivi, legati al maggior consumo di succhi e mozzarelle (l'industria del food vale il 70% del business di Safta, che lavora quasi esclusivamente su commessa). «Siamo sempre cresciuti al ritmo del 3-4% negli ultimi anni – conclude il dg – e stimiamo di migliorare anche in questo 2013. Francia e Germania sono i nostri primi clienti e sono mercati in cui tre settimane di fermo sarebbero inconcepibili. Ma siamo noi i primi a essere convinti che una lunga chiusura estiva sia un errore, perché la componente del servizio è sempre più essenziale per la soddisfazione del cliente».

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