Gli impianti della Linde Gas ad Arluno, nel Milanese

Che sia la produzione di gas per l'industria o quella per il settore medicale poco importa. La Linde Gas Italia continua la sua crescita, magari bilanciando diversamente l'una e l'altra specializzazione e non si ferma mai, neppure in agosto quando nonostante le ferie rimane operativo per tutto il mese il 70% dei 370 dipendenti. Oltre al personale che sta negli uffici. La società in Italia fattura 273 milioni di euro e continua a chiudere bilanci con il segno più. Dato il contesto in cui le imprese si stanno muovendo nel nostro paese quella della Linde diventa così una storia di quell'Italia che continua a girare velocemente. Nonostante tutto.

Se c'è stato un calo in certi settori del manifatturiero che o hanno rilocato la loro attività o hanno chiuso, dall'osservatorio della Linde gas emerge però che negli ultimi anni ci sono stati dei comportamenti strani per cui «molte aziende hanno prodotto di più in agosto rispetto ad altri mesi dell'anno – spiega l'amministratore delegato Giovanni Pavesi –. O perché in questo mese, per esempio, ci sono delle condizioni tariffarie dell'energia elettrica più vantaggiose o perché hanno preferito concentrare le attività di manutenzione in mesi dell'anno diversi».

Secondo una ricognizione generale, la produzione di gas, pur essendo in calo per la parte destinata all'industria, è invece in crescita per la Linde Gas Italia grazie al mix dei clienti e dei prodotti che ha consentito di avere sempre numeri positivi. In particolare tra i clienti ci sono multinazionali che non hanno risentito della crisi, mentre tra i settori c'è il medicale che è in crescita. Nell'industria in generale è stato strategico nel portafoglio clienti puntare su chi ha sbocchi all'estero e su alcuni settori come l'alimentare che come una parte importante della chimica ha una buona tenuta, a differenza della siderurgia e di buona parte del manifatturiero.

Analizzando le specializzazioni della Linde Gas, Pavesi spiega che «i gas medicinali sono quelli destinati agli ospedali e ai pazienti che hanno insufficienze respiratorie o altre patologie che riguardano la respirazione. Il nostro impegno è garantire la fornitura 24 ore su 24 e 365 giorni all'anno. Questo significa non solo continuare la produzione, ma anche assicurare il corretto funzionamento delle reti di distribuzione». L'ingresso nel settore medicale è partito con la fornitura dei gas ai pazienti che hanno insufficienza respiratoria. L'evoluzione sono state le macchine per la respirazione polmonare di aiuto durante il sonno. «Con questo servizio noi raggiungiamo ogni paziente nella propria abitazione garantendogli sempre la continuità del farmaco o della macchina. In tanti casi, nel periodo estivo, lo seguiamo anche quando si muove dalla propria abitazione a un luogo di vacanza», dice Pavesi.

Gli stabilimenti sono dislocati su tutto il territorio nazionale e rimangono tutti operativi. Quelli di produzione primaria sono quattro e producono sia i gas tecnici tradizionali derivati dall'aria e cioè ossigeno, argon e azoto. A questo elenco si aggiunge anche l'idrogeno che viene fornito agli impianti petrolchimici e alle raffinerie. Poi ci sono gli otto impianti di produzione secondaria dove i gas vengono messi nelle bombole e nei recipienti, usati per la distribuzione più minuta. Entrambe le tipologie producono i gas medicinali e quindi devono restare in funzione per garantire la catena di fornitura. In particolare gli stabilimenti di produzione secondaria pur avendo una flessione in agosto, legata al fatto che tante aziende chiudono, rimangono comunque operativi perché i gas vengono usati anche nelle attività di manutenzione. Nella parte di produzione legata all'industria c'è poi una gamma di prodotti usati nell'alimentare che non si fermano mai. Come spiega Pavesi, «azoto liquido per la surgelazione e miscele di gas che servono per il confezionamenbto degli alimenti sono forniture che devono essere attive 365 giorni all'anno».

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