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Questo articolo è stato pubblicato il 08 agosto 2013 alle ore 13:16.

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A Foligno 300 assunzioni possibili

«Sa cosa significa? Sono 900 milioni di euro di ricavi, 50 milioni di investimenti, più di 300 nuove assunzioni a regime. Ecco perché chiederei alla politica di valutare con attenzione il da farsi».

Umberto Tonti, vicepresidente di Oma, è ovviamente un grande sponsor dell'F35. Anche grazie a queste commesse infatti la sua azienda, basata a Foligno (Perugia), chiuderà ad agosto solo per una manciata di giorni, uno stop che in realtà servirà per la manutenzione indispensabile delle attrezzature e dei macchinari, dunque una fermata vera e propria non ci sarà.
«Per fortuna si lavora – spiega Tonti – e in alcuni reparti operiamo anche su tre turni giornalieri, in particolare nella meccanica. Ecco perché abbiamo dovuto scaglionare le ferie da giugno a settembre, impossibile per noi fermarci ad agosto».
Dei 550 addetti presenti in azienda già un'ottantina sono impegnati nelle lavorazioni necessarie per l'F35, velivolo per cui Oma costruirà componenti in vari materiali, tra cui alluminio e titanio, oggetti destinati alle ali e alla fusoliera del cacciabombardiere.
Una commessa cruciale per il futuro dell'azienda nata nel 1947, con la possibilità di attivare proprio attraverso quest'ordine nuovi investimenti e occupazione sul territorio. «Se mettiamo insieme il nostro lavoro – aggiunge Tonti – e quello delle altre due aziende coinvolte in queste operazioni, cioè Omi e Ncm, stimiamo di poter assumere oltre 300 persone nei prossimi anni proprio grazie a questa commessa. In questo ordine abbiamo già investito sei milioni di euro e altri 42 milioni sono previsti in futuro. Per poter andare avanti, però aspettiamo la politica».

Messaggio neppure troppo velato, perché Oma, così come altre aziende legate all'indotto dell'F35, segue con grande apprensione le contorsioni politiche sul progetto, sfociate per ora in un'indagine conoscitiva del Parlamento, che ha vincolato i nuovi acquisti ad un voto successivo senza però bloccare l'intero piano di acquisto di 90 velivoli.
Nell'attesa di una schiarita definitiva, Oma continua però a macinare commesse e fatturato con Boeing, Airbus, gruppo Finmeccanica. Ordini che hanno consentito all'azienda di Foligno di innestare il turbo sul fronte dei ricavi, con una progressione costante dai 32 milioni di euro del 2010, aumentati a 36 l'anno successivo, a 49 nel 2012, ancora in crescita quest'anno. «Per fortuna si lavora – conclude Tonti – e negli ordini siamo ben messi, il target di fine anno è nell'ordine dei 60 milioni di ricavi». Quasi un raddoppio in soli tre anni.

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