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Questo articolo è stato pubblicato il 07 agosto 2013 alle ore 11:00.

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Lo stabilimento se ne sta quasi nascosto ai margini della strada ferrata Palermo-Messina, in contrada Zappulla nel territorio del comune di Torrenova, in provincia di Messina appunto. Un luogo sconosciuto ai più ma ben frequentato da chi sa che lì vi è lo stabilimento della Fratelli Damiano&C, azienda leader nel mondo per la lavorazione di mandorle biologiche e tra i più richiesti invece per quanto riguarda la lavorazione delle nocciole, dei pistacchi, dei pinoli: un impianto su 10mila metri quadrati che dà lavoro a una cinquantina di persone (il 65% donne). Frutta secca, insomma, che fa il giro del mondo grazie a 32 marchi registrati.

Creata negli anni Sessanta, dal 1976 questa azienda del messinese si dedica solo alle produzioni biologiche e oggi è arrivata a lavorare in un anno circa tremila tonnellate di mandorle biologiche (su una produzione mondiale di diecimila tonnellate, dicono gli amministratori): una parte delle mandorle arriva dai fornitori ma la Damiano è anche proprietaria di terreni a Misterbianco in provincia di Catania e a Mazzarino in provincia di Caltanissetta. Sempre meno importante, invece, la lavorazione di nocciole: sui Nebrodi il grande noccioleto che fu piantato dai romani è oggi quasi tutto abbandonato: negli anni Settanta venivano lavorati qui 500 autotreni di nocciole per stagione oggi invece solo dieci.

Al vertice dell'azienda c'è Pasquale Damiano anche se la guida operativa è nelle mani di Riccardo, che rappresenta la quinta generazione della famiglia: «Fino a qualche anno fa ero io che affiancavo papà – dice – ora è lui che affianca me e continua a tenere i rapporti con gli agricoltori». Anche in questo caso la forza dell'azienda deriva soprattutto dai mercati esteri: presenti in 15 Paesi da cui arriva il 90% dei 20 milioni fatturati nel 2012 destinati a diventare, secondo stime degli amministratori, 25 milioni a fine 2013. «Noi non ci fermiamo mai – spiega Riccardo – anche perché la richiesta è continua. Il nostro prodotto, la frutta secca, è profondamente cambiato negli ultimi anni e noi con 40-50 prodotti con un numero di imballaggi che li fa diventare 150 rispondiamo alla domanda del mercato. Che non è l'Italia ma il mondo e noi non consideriamo vera esportazione quella verso i paesi europei».

Un'azienda moderna, in un'area della Sicilia solitamente considerata marginale. Moderna non solo per scelte aziendali ma anche per altro. Come la creazione della Fondazione Damiano «che si prende cura dei dipendenti e non solo – spiega Riccardo – per esempio con il microcredito senza interessi ai dipendenti, facciamo studiare i loro figli, li aiutiamo se hanno bisogno in caso di malattie. Abbiamo scelto di destinare a questa iniziativa una parte del fatturato».

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