Appena entri nel piccolo laboratorio brianzolo noti un paio di artigiani con la barba nera incolta e la pelle scura. A Renato Valtorta non sfugge la sorpresa del cronista e spiega: «Sono pakistani. Assolutamente in regola.

Hanno chiesto asilo politico ed è stato loro concesso, quindi hanno il permesso di soggiorno e io li ho assunti con tutti i crismi. Sono bravissimi a cucire, specialmente le pelli pregiate e i tessuti particolari (da 300 euro al metro lineare) che rivestono gli arredi per gli yacht di lusso e le sibaritiche ville arabe (da 2-3mila metri quadrati)».
Valtorta ha un'aquila nello "stemma-marchio" della sua attività risalente al 1881, e fondata dal trisavolo Francesco: non è proprio il classico "tappezziere" come si sarebbe detto un tempo. Infatti un suo divano può venire a costare 80mila euro o anche di più se realizzato con la sofisticata lavorazione in foglia d'oro, particolarmente apprezzata dagli sceicchi arabi, dagli oligarchi e dai tantissimi "nouveau riche" russi e dagli alti funzionari cinesi che assorbono l'80 della produzione, rigorosamente su misura.

Il "superartigiano" di Desio ha un'ossessione per i dettagli più nascosti del prodotto, rigorosamente "tailor made", e non transige sulla qualità: «Negli anni passati - racconta con amarezza - eravamo arrivati anche a sfiorare il limite della quindicina di addetti, ma poi ho dovuto ridimensionarmi. Lavorando su misura, abbiamo picchi di ordinativi (appunto quelli che ci fanno stare aperti l'intero agosto 2013) e gli italiani non si adattano più a questi ritmi».
Valtorta aveva vinto una gara internazionale: il refitting delle crociere Holland che tirano le navi in secco alle Bahamas 15 giorni l'anno per rimodernarle, ma ha dovuto abbandonarlo perchè gli italiani - non soddisfatti del trattamento a cinque stelle della trasferta - volevano fare la "settimana corta" anche là, mentre la società chiedeva di finire i lavori nelle due settimane in cui le crociere erano ferme...

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