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Questo articolo è stato pubblicato il 07 agosto 2013 alle ore 11:00.

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Da sinistra Gaetano, Rosaria e Santi FinocchiaroDa sinistra Gaetano, Rosaria e Santi Finocchiaro

Sono riusciti a vendere ghiaccioli e granite agli eschimesi. E non solo a loro, ovviamente. Perché la Dolfin, l'azienda di Riposto in provincia di Catania, fondata nel 1914 oggi vende i polaretti (i ghiaccioli al succo di frutta che qui sono stati inventati), le granite ma anche uova di Pasqua e prodotti di cioccolato per la campagna natalizia in oltre 40 paesi (dal Sudest asiatico agli Usa, dal Sud America all'Australia, oltre ovviamente all'Europa): quasi il 20% del fatturato arriva dall'estero. I polaretti, in particolare, sono un grande successo in Corea del Sud dove la Dolfin vende 18 milioni di pezzi e grazie alla pubblicità e ai social network sono un prodotto di grandissimo successo.

Una presenza all'estero che ha consentito all'azienda guidata da Santi Finocchiaro che ne presidente e direttore generale (coadiuvato dal fratello Gaetano che si occupa del marketing e dalla sorella Rosaria, responsabile del settore acquisti) chiudere il 2012 con un fatturato di 29 milioni e un incremento del 3,4% rispetto all'anno precedente e ha già acquisito ordini per 31 milioni. Così per far fronte agli ordini ad agosto solo una parte dei 120 dipendenti fissi (che arrivano a 178 con gli stagionali) andranno in vacanza: c'è chi resterà in azienda a garantire le forniture sugli ordinativi già incassati cominciando a pianificare la prossima produzione legata al Natale. «La nostra azienda – spiega Santi Finocchiaro – negli ultimi vent'anni si è trasformata e da impresa a prevalente distribuzione regionale è diventata a distribuzione internazionale: nel 1991 il fatturato della Sicilia rappresentava il 74% del totale; oggi, considerando solo il fatturato in Italia, la quota di mercato siciliano è limitata al 13 per cento». I risultati dell'azienda sono stati recentemente "certificati" con l'attribuzione a Milano del premio Le Tigri, promosso da Ria Grant Thornton con il contributo di Banca Popolare e Quaeryon, che ha riconosciuto la Dolfin tra le sei eccellenze italiane che hanno saputo battere la crisi con «significativi investimenti nell'innovazione di prodotto e di processo e per la scelta ambientalista fatta con l'approvvigionamento di circa il 95% del suo fabbisogno energetico da fonti rinnovabili, nel caso quella solare».

Ma va anche detto che quello di oggi per l'azienda catanese è un risultato di un cambiamento avviato anni fa che ha fatto perno, anche se non soprattutto, su accurate e mirate strategie di marketing e pubblicitarie con una massiccia e ben studiata presenza sui grandi network nazionali ma anche con la presenza, per esempio, di un'area dedicata ai propri prodotti (e ai personaggi) che si chiama appunto "Polarettilandia" nel parco divertimenti Rainbow Magicland che si trova a Roma Valmontone: «Il marchio "polaretti" è diventato licenza – spiega Finoccharo – e abbiamo avviato contatti non solo per sfruttarli nelle magliette e nei gadget che vengono venduti nel parco ma anche per altri prodotti, tipo gli zaini o altro».

Finocchiaro, che è anche presidente della sezione Alimentare di Confindustria Catania sottolinea: «Viviamo come tutti le difficoltà legate alla crisi internazionale con la conseguente contrazione dei consumi alimentari, ma per la nostra azienda che acquista materie come cioccolata e imballaggi in Europa, c'è una sofferenza in più: costi e tempi dei trasporti ci rendono meno competitivi incidendo il 9% sul fatturato a fronte del 4% di altre aziende».

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