Sulla questione degli F35, aerei da guerra di ultima generazione che dovrebbero avere la capacità di eludere la sorveglianza dei radar, abbiamo assisto nelle ultime settimane in Parlamento a una disputa molto accesa, di stampo ideologico. Alla fine, dopo la bocciatura al Senato delle mozioni contrarie al programma di acquisizione degli F35 presentate da Sel, Movimento 5 Stelle e Pd a fima Felice Casson, la maggioranza ha tirato dritto per la sua strada.

Non ci sono alternative credibili all'F35, che soddisfa sia le esigenze dell'aeronautica sia della marina, ha spiegato in aula il ministro della Difesa Mario Mauro.
Sulla piano strettamente economico questa commessa si sta rivelando molto importante per l'industria italiana della difesa, sostenendo numerose aziende in un periodo di crisi. Più in generale si può dire che, nonostante il pessimo panorama economico e finanziario, è proprio nel settore difesa e aerospazio che la produzione manufatturiera italiana ha dimostrato di saper reggere meglio il confronto con l'estero. L'eccellenza italiana nell'industria della difesa è tale da collocarla al quarto posto a livello europeo e al settimo posto a livello mondiale. Un risultato notevole, se si considera che tra la concorrenza figurano colossi del calibro di Stati Uniti, Cina, Russia, Regno Unito, Francia e Germania. Tornando al supercaccia della Lockheed Martin, il fatto che molte aziende italiane del settore, presenti in aree duramente colpite dalla crisi come Foligno, siano al lavoro anche in agosto conferma che il beneficio per il nostro Paese è di tutto rispetto. Secondo quanto riferito dal generale dell'Aeronautica Giuseppe Lupoli al nostro Luca Orlando, nel programma sono coinvolte almeno 60 aziende italiane con un ritorno economico, per il nostro Paese, stimato in 14,6 miliardi di dollari. Dal punto di vista occupazionale Cameri avrà a regime un migliaio di addetti diretti, mentre per le Pmi italiane c'è la possibilità di un salto di qualità in termini tecnologici e reputazionali.

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