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Questo articolo è stato pubblicato il 21 agosto 2013 alle ore 08:13.

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Bialetti, 80 anni di caffè coi baffi

La produzione è stata da tempo trasferita a Coccaglio (nel Bresciano), ma è Omegna, sul lago d'Orta, a celebrare quest'anno gli 80 anni della moka, la caffettiera dell'omino coi baffi, la più nota al mondo, realizzata dalla Bialetti in oltre 200milioni di esemplari. D'altronde la Bialetti è nata, nel 1919, proprio in questa parte del Piemonte del Nord, in quella che è ora la provincia del Verbano-Cusio-Ossola.

A creare l'azienda era stato Alfonso Bialetti che, a Crusinallo, aveva aperto un'officina per la produzione di semilavorati in alluminio.
Ma bastano pochi anni per trasformare la piccola fabbrica in un atelier per la progettazione e realizzazione di prodotti finiti, pronti per il mercato. E nel '33 Alfonso Bialetti crea la moka, con un design Art Déco che - per il funzionamento - trae ispirazione dalle lavandaie di Omegna e dalla bollitura della lisciva. Una grande intuizione tecnica e stilistica, accompagnata dalla capacità di comprendere l'importanza degli investimenti pubblicitari. Dalla matita di Paul Campani, sul finire degli Anni 50, nasce l'omino con i baffi che diventa uno dei più noti protagonisti di Carosello nonché simbolo del marchio Bialetti a livello mondiale. D'altronde la caffettiera piemontese ottagonale è ospitata al Moma di New York e alla Triennale del design di Milano.
Poi, a metà degli anni 80, la famiglia del fondatore cede l'azienda (in utile) alla Faema. Un matrimonio di breve durata perché nel '93 è la Rondine Italia - creata da Francesco Ranzoni a Coccaglio nel '47 e specializzata nella produzione di pentole d'alluminio - a rilevare Bialetti. Nascono, con il design di Pino Spagnolo, le eredi della moka: dama e break, dalle forme più arrotondate.

Nasce il gruppo Bialetti, dove confluiranno Omg, Girmi, Aeternum e il marchio turco Cem. Caffé, dunque, ma non solo. E se alle caffettiere tradizionali si aggiungono dal 2006 le macchine elettriche per l'espresso e poi anche le capsule, il gruppo è particolarmente innovativo anche nel settore delle pentole, delle padelle, affiancando l'acciaio inox con la gamma di prodotti in ceramica. Così come nascono nuovi prodotti nel comparto dei piccoli elettrodomestici.
Ma si punta anche sulla vendita, con la nascita nel 2007 dei primi negozi monomarca a Brescia, Torino, Firenze, Perugia, Pescara. Un progetto che si allarga, sino a contare 32 punti vendita monomarca collocati principalmente in centri commerciali e outlet.
L'azienda diventa sempre più internazionale ed il gruppo Bialetti ha chiuso il 2012 con ricavi per oltre 162 milioni di euro (in flessione del 6,8%) ed un risultato netto positivo per 0,9 milioni a fronte di una perdita di 2,8 milioni dell'esercizio precedente. Gli addetti, alla fine dell'anno, erano poco meno di mille, suddivisi tra Italia (circa metà), Romania (dove, a Ploeisti, si producono le caffettiere tranne moka e dama, rigorosamente made in Italy) e Turchia.

Il gruppo, guidato da Francesco Ranzoni (nipote del fondatore) che è presidente ed amministratore delegato, opera con i marchi Bialetti, Aeternum, Girmi, Rondine, Cem. E la produzione spazia dalle caffettiere, comprese quelle elettriche ed il caffé in capsule, ai piccoli elettrodomestici, dagli strumenti per la cottura agli accessori per cucina.
Ma anche se l'attività è estremamente diversificata, le caffettiere a gas della Bialetti restano importanti per il gruppo, considerando che l'azienda - in un mercato italiano che vale quasi 22 milioni di euro - controlla il 45,6% di quota per volume ed il 66,1% per valore. Ma Bialetti sta crescendo anche nel settore delle macchine espresso a sistema aperto (con una quota di mercato del 28,4%) ed a sistema chiuso (2,2%). Così come si sta rafforzando nell'ambito del caffé porzionato in capsule.
Ovviamente la crisi italiana, con il crollo dei consumi, ha penalizzato anche Bialetti che ha visto i ricavi nel nostro Paese ridursi del 6,8%, a 114,3 milioni, mentre nel resto d'Europa crescono 5,8%, a 37 milioni. In flessione, a causa del comparto di accessori per la cucina e degli strumenti da cottura, l'America del Nord ed il resto del mondo che valgono, complessivamente, poco meno di 11 milioni di euro.

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