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Dossier Bonino: «Più Europa significa più crescita, diritti e…

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Dossier Bonino: «Più Europa significa più crescita, diritti e…

Dossier | N. 177 articoliElezioni 2018-Ultime notizie, interviste e video

Bonino: «Più Europa significa più crescita, diritti e opportunità»

La proposta politica di Emma Bonino è chiara: «Più Europa significa più crescita, diritti, opportunità. L'inverso di una fuga dall'Italia». La storica leader radicale ha partecipato questo pomeriggio alla cerimonia per la consegna dei Diplomi dei master della Business School 24 del Sole 24 Ore a Palazzo Montemartini a Roma e ha conversato con l’editorialista del Sole 24 Ore Dino Pesole su occupazione e prospettive di sviluppo. Le ricette: alleggerire il debito, trovare credibilità politica e una federazione europea leggera. Per condividere finalmente difesa, politica estera e immigrazione, con risorse proprie adeguate.

Europa necessità di tutti
«Sento dire “ce l’ha ordinato Bruxelles” come se fossimo ospiti, mentre siamo padri e madri di questo progetto».

La storia insegna che non esiste altro sistema per tenere insieme 500 milioni di persone in condizioni di prosperità, specie ora che la popolazione invecchia e il Mediterraneo s’infiamma.

«L’Europa è una barchetta acciaccata, ma vale la pena condurla verso la sponda della libertà». Se di campagne elettorali ne ha guidate tante, Bonino dice di non averne mai vista una «così sguaiata e disordinata». Le promesse di abolizione di tasse e balzelli non rafforzano certo l’affidabilità dell'Italia, che di flessibilità ha goduto per oltre 19 miliardi». Per tornare a contare serve stabilità, che non si intravede con questa legge elettorale, «scritta apposta per non avere vincitori».

Spendere meno. spendere meglio
Per dare veramente respiro alla ripresa del nostro Paese occorre liberare risorse. «Blocchiamo per cinque anni la spesa pubblica al valore nominale del 2017 e rimoduliamola». Per esempio dismettendo le municipalizzate inefficienti e applicando fino in fondo la direttiva Bolkenstein sulla concorrenza. «Riprendiamo il piano di spending review di Cottarelli per finanziare lavoro e formazione. Allora sì che saremo credibili e potremo trovare ascolto e alleati, e una cooperazione rafforzata su questi temi».

Il problema del bilancio
La marcia potrebbe ripartire dagli investimenti, anche recuperando la vecchia idea della golden rule: scorporarli dal calcolo del deficit, purché siano produttivi. Serve però un vero bilancio – oggi vale 140 miliardi di euro, la metà di quanto spende l'Italia solo in pensioni – magari il 5% del Pil comunitario. La vera debolezza è la mancanza di una fiscalità comune: «non è mai esistita una moneta senza un ministro delle Finanze e una banca di ultima istanza». Mezzi che servirebbero anche a costruire una politica sociale comune, per combattere lo scetticismo.

L’invito a partecipare
Il privilegio di vivere in una società pacificata lo abbiamo ereditato senza sforzi. «Restituite allora impegno e cittadinanza, siate parte di una comunità». Emma Bonino conosce bene le istituzioni, ma ammette che il suo più grande orgoglio sono state le campagne militanti. Perché è vero che «da una passione non ci si può dimettere».

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